La visita del papa in Myanmar. ‘Speranza di pace’
Gioia, aspettative e timori della piccola e giovane comunità del Paese. I vescovi: “Come il Buon Pastore, il Santo Padre vuole incontrare il suo gregge, privilegiando le Chiese insignificanti”. Nel Paese vi sono 16 diocesi, 23 vescovi ed un unico cardinale eletto nel 2015. I cattolici sono 700mila, solo l’1,37% della popolazione. Mons. Pyone Cho, vescovo di Pyayn: “La sua visita influirà sulla promozione della concordia”. Suor Dennis Ja Tawng: “Il Myanmar soffre per i conflitti etnici, ma il papa redimerà questa terra”.
Yangon (AsiaNews) – Per la prima volta nella storia, la Chiesa cattolica birmana si prepara ad accogliere la visita di un pontefice in Myanmar. Accogliendo l’invito dei rispettivi capi di Stato e vescovi, il Vaticano ha annunciato ieri che papa Francesco compirà un viaggio apostolico in Myanmar dal 27 al 30 novembre 2017, visitando le città di Yangon e Nay Pyi Taw, e in Bangladesh dal 30 novembre al 2 dicembre, visitando la città di Dhaka.
L’annuncio ha colmato di gioia la piccola e giovane comunità cattolica del Paese. Dei 51 milioni di abitanti del Myanmar, solo 700mila sono cattolici. I musulmani rappresentano il 4,3% e gli indù lo 0,5%. La Chiesa cattolica è presente sul territorio con 16 diocesi; i vescovi, tra attivi ed in pensione, sono 23 ed il primo cardinale è stato eletto nel 2015.
Ricevuto il bollettino della sala stampa della Santa Sede, i vertici della Conferenza episcopale del Myanmar (Cbcm) hanno reso noto ai fedeli il viaggio papale attraverso una conferenza stampa con i media locali. A Yangon erano presenti mons. Felix Lian Khen Thang, vescovo di Kalay e presidente della Cbcm; mons. Saw Yaw Han, vescovo ausiliare della città; mons. John Hsane Hgyi, vescovo di Pathein. Il card. Charles Maung Bo, arcivescovo di Yangon, è intervenuto leggendo un comunicato della Cbcm dalle Filippine, dove si trova in visita.
“Con gioia annunciamo la notizia della conferma della visita del papa in Myanmar. – ha affermato il card. Bo – Il governo ritiene che la visita papale promuoverà la pace e la fraternità nella nazione e per questo motivo ha invitato il Santo Padre. Uno dei motivi del viaggio è il desiderio del papa di incontrare la piccola comunità cattolica. Come il Buon Pastore, il Santo Padre vuole incontrare il suo gregge, privilegiando le Chiese insignificanti. Speriamo che il papa incontrerà non solo le alte cariche dello Stato, ma anche i leader religiosi ed i cittadini comuni”.
Con il comunicato, la Cbcm ha voluto sottolineare le vere ragioni della visita apostolica, nel tentativo di sedare le polemiche ed i timori suscitati dall’appello per i Rohingya che papa Francesco aveva lanciato in occasione dell’Angelus dello scorso 27 agosto. Alla luce delle nuove violenze scoppiate in questi giorni nello Stato settentrionale del Rakhine, dove risiede questa minoranza etnica musulmana invisa a molti birmani, le parole del pontefice hanno attirato dure critiche dalla maggioranza buddista della popolazione. Alcuni cattolici, desiderosi di incontrare per la prima volta il papa, hanno temuto che la sua visita fosse spinta da ragioni umanitarie e non apostoliche.
Mons. Pyone Cho, vescovo di Pyayn, nella regione interessata dal conflitto, dichiara ad AsiaNews: “Sono così felice per la notizia della visita di Sua Santità in Myanmar. Egli non è solo il leader di tutta la Chiesa cattolica, ma anche il promotore della pace ed ha una grande reputazione nella comunità internazionale. La sua visita influirà sulla promozione della concordia, che il popolo desidera da tempo. Questo porterà un grande beneficio, che in questo momento non possiamo prevedere. Durante la sua visita, il papa parlerà dal più profondo del cuore a tutti i cittadini del Myanmar. Poiché è uno dei leader più rispettati del mondo, la gente lo amerà e ricorderà la sua visita in modo positivo”.
Suor Dennis Ja Tawng, a capo della rivista Catholic Religious Conference of Myanmar (Crcm), racconta la sua gioia l’annuncio della Cbcm: “Il Myanmar è stato un Paese chiuso per molto tempo, prego per il viaggio del Santo Padre. Ho sempre sperato in una visita del papa nel nostro Paese. Quando papa Giovanni Paolo II si era recato in Thailandia, ho pregato perché ciò avvenisse ma non è stato così. Ero triste di sentire che aveva potuto benedire il Myanmar solo dall'aereo. Ora la conferma della visita di papa Francesco ripaga tutte le mie aspettative e sogni”.
“La nazione – prosegue la suora – ha fame di pace, ogni birmano la desidera. L’augurio è che il viaggio apostolico, attraverso la benedizione e la mediazione del papa, indichi un nuovo cammino per la riconciliazione e la pace. Con la sua presenza in un Paese pericoloso come il Myanmar, la guida della Chiesa cattolica mette a rischio la sua stessa sicurezza. Sarà accolto e salutato dai cittadini comuni. Incontrerà non solo cattolici, ma anche buddisti ed altri gruppi religiosi. Il papa benedirà e purificherà questo Paese. Il Myanmar soffre per i conflitti etnici, ma il papa redimerà questa terra”.