La presidente della Georgia e l’opposizione al governo
Mentre Tbilisi si prepara al voto per le elezioni parlamentari del 26 ottobre la presidente Salome Zurabišvili si propone sempre più apertamente come l'antagonista al Sogno Georgiano, la forza filo-russa che guida il Paese da 12 anni. Ai partner europei ha chiesto la ripresa immediata delle trattative per l'integrazione all'Ue in caso di vittoria dell'opposizione. Mentre il premier Iraklij Kobakhidze chiede le sue dimissioni in caso di vittoria del suo partito.
Tbilisi (AsiaNews) - Nell’imminenza delle elezioni parlamentari della Georgia, fissate per il 26 ottobre, le opposizioni filo-europee al governo del Sogno Georgiano, apertamente filo-russo, sono ancora alla ricerca di un leader in grado di unificarle in una lotta politica in cui appaiono confuse, e non in grado di contrastare un regime in carica da 12 anni, che si basa sulla forza dell’oligarca putiniano Bidzina Ivanišvili, fondatore del partito al potere. L’unica figura che sembra capace di rappresentare le istanze democratiche e occidentaliste è la presidente della Repubblica Salome Zurabišvili, che si schiera ultimamente sempre più contro le politiche del governo.
La 72enne presidente (e capo delle forze armate) non è soltanto di tendenze europeiste; è autenticamente europea, avendo anche la nazionalità francese, essendo nata a Parigi da una famiglia di profughi georgiani e avendo fatto carriera nella diplomazia francese fino a diventare capo del Segretariato generale della difesa della Francia per le questioni e le strategie internazionali, tra il 2001 e il 2003. Nel 2004 ha assunto la nazionalità georgiana, con un accordo tra i presidenti di Parigi e Tbilisi, diventando ministro degli Esteri della Georgia, fondando anche un partito “La via della Georgia”, prima di diventare nel 2018 prima presidente-donna del Paese, un mandato che scadrà il prossimo anno.
Nonostante la contrarietà del governo e del parlamento, Zurabišvili prosegue il suo tour per i Paesi dell’Unione europea, con visite nei giorni scorsi a Varsavia e a Bruxelles, per condurre trattative sull’integrazione in caso di vittoria delle forze di opposizione, che in quel caso la vedrebbero volentieri come nuovo premier. I rappresentanti del Sogno Georgiano considerano queste visite come “forme incostituzionali di campagna elettorale”. La presidente spiega in effetti nei suoi incontri che “le prossime elezioni parlamentari sono molto importanti, in quanto decideranno del futuro della Georgia nei rapporti con l’Europa, sono di fatto un referendum sul ritorno al passato, o l’apertura a un nuovo futuro europeo”, come ha affermato in un’intervista a Euronews.
Nelle trattative, la richiesta della presidente ai partner europei riguarda la ripresa immediata nel caso di vittoria delle opposizioni delle procedure di integrazione alla Ue, che sono attualmente congelate dopo l’approvazione di leggi irricevibili in Occidente, come quella sulle “influenze straniere” o sul divieto della “propaganda Lgbt”. A suo parere “le coalizioni che si confrontano in Georgia hanno visioni completamente opposte, e il nuovo governo avrà comunque difficoltà a muoversi in un senso o nell’altro”. La proposta di Zurabišvili è quella di formare dopo le elezioni un “governo tecnico”, che riprenda da capo tutto il processo di integrazione europea.
Secondo i sondaggi citati dalla presidente, il 60% dei cittadini georgiani è favorevole alle prospettive europeiste, e il 40% sostiene il regime attuale, nonostante “tutti i brogli organizzati da chi lavora negli uffici statali, e che ha interesse a difendere il suo posto di lavoro”. Il primo ministro Iraklij Kobakhidze confida invece in una chiara vittoria del Sogno Georgiano, e allora “Salome Zurabišvili dovrà rinunciare alle sue prerogative e dimettersi dalla presidenza”. La maggioranza al potere confida nella fine del conflitto in Ucraina “entro la metà del prossimo anno”, afferma il premier, e allora “si potrà finalmente procedere con una ricapitolazione delle relazioni con tutti i nostri partner”.
Il vice-presidente del gruppo parlamentare di maggioranza, Iraklij Kirtskhalja, si è espresso in termini ancora meno diplomatici, accusando la presidente di “lavorare per gli interessi delle opposizioni, e di imporsi come leader del Movimento Nazionale”, il partito liberale fondato dall’ex-presidente ora in prigione, Mikhail Saakašvili. I rappresentanti delle opposizioni sono invece molto soddisfatti dei viaggi europei (si è recata anche a Parigi, dove ha incontrato il presidente Emmanuel Macron) e delle dichiarazioni della presidente, come afferma il leader della “Coalizione per i cambiamenti” Zurab Džaparidze, secondo il quale “Salome Zurabišvili sta svolgendo a pieno le sue funzioni di ammiraglia dell’integrazione europea”.
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