La premier Sheikh Hasina: l'opposizione vuole vendere un'isola agli Usa. Washington smentisce
Anche altri parlamentari al governo avrebbero accusato il Partito nazionalista del Bangladesh di voler svendere l'atollo corallino di Saint Martin agli Stati Uniti per la costruzione di una base militare in cambio della vittoria alle prossime elezioni. Affermazioni che si sono poi rivelate false. Il governo degli Stati Uniti preme affinché le prossime votazioni siano libere ed eque.
Dhaka (AsiaNews) - Un’isola del Bangladesh, Saint Martin, è diventata oggetto di accese discussioni politiche: la prima ministra Sheikh Hasina e gli alleati di governo sostengono che il Partito nazionalista del Bangladesh (BNP), all’opposizione, voglia cedere il piccolo atollo corallino agli Stati Uniti per vincere le prossime elezioni, previste a gennaio 2024. “Come ha fatto il BNP a salire al potere nel 2001? All'epoca con la promessa di vendere il gas. Ora vogliono salire al potere promettendo di vendere Saint Martin?”, ha affermato la premier la settimana scorsa durante una conferenza stampa dopo le sue visite ufficiali in Svizzera e Qatar.
Gli Stati Uniti hanno già smentito la possibilità di un’acquisizione, ma le allusioni a una vendita dell’isola non sono nuove. Nel 1971 voci simili erano girate sull’isola Manpura, mentre nel 1980 un noto quotidiano nazionale, il Dainik Bangla, aveva pubblicato una notizia dal titolo: "A nessuno sarà permesso di costruire una base navale a St. Martin”, dopo che un portavoce del ministero degli Esteri aveva smentito le allusioni al fatto che un Paese straniero volesse costruire una base militare sull’isola.
Più di recente la questione è stata ripresa il 14 giugno da Rashed Khan Menon, presidente del Partito dei lavoratori del Bangladesh, alleato della Lega Awami al governo. Pochi giorni dopo, Hasanul Haque Inu, presidente di Jasdar, un altro partito nell’alleanza di governo, ha tenuto un discorso sulla questione in Parlamento nazionale, dicendo che quando l'America si entusiasma per la democrazia di un Paese porta più sofferenza al popolo che al governo o all'opposizione di quel Paese: “È giunto il momento di pensare: qual è la ragione di questo improvviso entusiasmo dell'America? La democrazia o l'isola di St. Martin?”
Gli Stati Uniti hanno sollecitato il Bangladesh affinché le prossime elezioni nazionali siano libere ed eque annunciando una nuova politica per i visti: chiunque verrà ritenuto responsabile di ostacolare il processo elettorale non otterrà il permesso di entrare nel Paese. A dicembre 2021 il governo statunitense aveva sanzionato la RAB (rapid action battalion, una squadra antiterrorismo accusata di sparizioni forzate e uccisioni extragiudiziali) e altri ufficiali di polizia per violazione dei diritti umani.
Il Dipartimento di Stato americano ha definito “inesatte” le recenti insinuazioni sull’acquisto dell’isola: "Rispettiamo la sovranità del Bangladesh”, ha dichiarato il portavoce Matthew Miller durante un briefing con i media. “Non abbiamo mai preso parte ad alcuna conversazione sull'acquisizione dell'isola di St. Martin", ha specificato, sottolineando tuttavia il continuo impegno di Washington a rafforzare i legami con il Dhaka. "Apprezziamo la nostra partnership con il Bangladesh. Ci sforziamo di rafforzare le nostre relazioni lavorando insieme per promuovere la democrazia sostenendo elezioni libere ed eque". Sheikh Hasina è accusata dal BNP di aver represso l’opposizione durante i suoi precedenti mandati da premier e di aver vinto le elezioni del 2018 tramite brogli elettorali.
L'isola di Saint Martin, dall’anno scorso area marina protetta, ha una superficie di soli 3 chilometri quadrati e si trova nella parte nord-orientale del Golfo di Bengala, a circa 9 chilometri a sud dalla penisola di Cox's Bazar-Teknaf, vicino al Myanmar. La maggior parte dei circa 3.700 abitanti vive principalmente di pesca. Si coltivano inoltre il riso e il cocco, mentre le alghe vengono raccolte, essiccate ed esportate in Birmania.
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