La povertà e l’ingiustizia impediscono lo sviluppo del Vietnam

di Thanh Thuy

In un Paese ove nelle campagne si vive con meno di un dollaro al giorno, una politica che mira solo ai beni materiali e trascura i valori umani produce corruzione, speculazione, criminalità e, in definitva, mancanza di ideali.

Ho Chi Minh City (AsiaNews) – Il Vietnam resta un Paese povero, con la gente che nelle aree rurali ha meno di un dollaro al giorno, al di sotto del limite dell’area di povertà. Ciò dipende da una politica di sviluppo squilibrata, che mirando solo ai beni materiali e trascurando i valori umani e le religioni finisce col produrre mancanza di ideali, che porta corruzione, criminalità, prostituzione, diffusione dell’Aids ed alla fine blocca lo stesso sviluppo nazionale.

Secondo dati diffusi dal primo ministro (No. 170/2005/QĐ – TTg) nel periodo 2006-2010 il reddito medio della popolazione rurale è di 200mila VN Dong al mese (12,5 dollari); nelle aree urbane è di 260mila VN Dong mensili (16,5 dollari); a Ho Chi Minh City è di 25 dollari. Insoma, un Paese veramente povero.

“Qui la povertà – dice ad AsiaNews Hung, docente di economia a Ho Chi Minh City – non riguarda solo il reddito economico, ma anche la ‘cattiva moralità’ nella vita, questo significa ‘su bat luong’ di genitori che vendono le figlie giovani per il commercio sessuale, che trafficano coi loro figli, facendoli sposare con gente ricca e benestante per prendere denaro. La povertà significa anche che bambini e giovani non hanno la speranza di andare a scuola, che la gente non può godere dei servizi sociali, della cura della salute, della previdenza. Da tali fenomeni della società si va alla ingiustizia nel comportamento, alla mancanza dei fondamentali diritti umani”.

“La nostra società – rileva Hiep, mater in scienza economica, funzionario governativo e consigliere di imprese economiche a Ho Chi Minh City – non ha equilibrio nello sviluppo. Noi guardiamo solo all’aspetto economico, ma non ci preoccupiamo del progresso umano e sociale. Alle religioni, in particolare, non viene permesso di svilupparsi liberamente per i gruppi etnici negli altopiani, nelle zone montagnose ed in quelle povere. La religione invece dà sostegno morale alle persone. La religione è parte dello spirito vietnmita. Nella nostra lingua, il termine ‘essere umano’ ha due parti che sono ‘con’ e ‘nguoi’. La prima indica che abbiamo bisogni fisici, come mangiare, bere e dormire, come tutti gli animali. ‘Nguoi’ invece significa che sappiamo come vivere l’uno con l’altro nella società, con comprensione, bontà e spiritualità. Se perdiamo l’‘umano’, vogliamo vivere come ‘con’, animali. Questa è la causa dello squilibrio nello sviluppo sociale e di altri problemi sociali, come la povertà, l’Aids, la droga, la prostituzione, i crimini, l’inquinamento, la corruzione, l’aborto delle giovani, la mancanza di ideali e cultura per contribuire allo sviluppo della nazione”.

Alcuni studi confermano che in Vietnam “i motivi della povertà e dell’ingiustizia sono nell’arretrateza dell’agricoltura, delle politiche sociali, nello sviluppo squilibrato tra aree rurali e urbane, mancanza di interesse nell’impiego e nel lavoro nelle zone agricole”. In realtà, le autorità locali sono dirette dagli uffici del governo e non hanno il diritto di permettere lo sviluppo delle religioni. Così, l’intero Paese manca della partecipazione dei cittadini. Producono persone che si preoccupano solo del denaro e accettano il consumismo di oggi. D’altro canto, producono cattivi quadri, che speculano sulle proprietà pubbliche e prendono denaro dai progetti di sviluppo nazionale. Ma se dobbiamo abolire la povertà significa che dobbiamo costruire la pace e la giustizia in Vietnam.