La continua battaglia legale tra Kuala Lumpur e gli 'eredi' del Sultanato di Sulu
L'intricata storia risale a un accordo del 1878 tra il sultano di un territorio che si estendeva tra il Borneo e le Filippine e due mercanti europei. La Malaysia nel 2013 ha sospeso i pagamenti a causa di un attacco nel 2013 e si rifiuta di pagare i 15 miliardi di dollari dovuti ai pretendenti, che hanno cominciato a colpire i beni all'estero della Petronas, la società petrolifera statale.
Kuala Lumpur (AsiaNews) - La ministra della Legge presso il dipartimento del primo ministro, Datuk Seri Azalina binti Othman Said, ha annunciato una serie di provvedimenti contro gli “eredi” del Sultanato di Sulu dopo che a inizio mese il Lussemburgo aveva emesso un avviso di sequestro nei confronti dei beni all’estero appartenenti a Petronas, la società petrolifera statale della Malaysia.
Dal 2019 gli autoproclamati eredi di Sulu, oggi cittadini filippini, chiedono un risarcimento di miliardi di dollari per la sospensione dei pagamenti da parte della Malaysia, che ha smesso di pagare nel 2013 a seguito di un attacco dei loro sostenitori nello Stato di Sabah.
L'anno scorso la Corte di appello di Parigi aveva ordinato alla Malaysia di pagare circa 15 miliardi di dollari ai pretendenti di Sulu, che hanno sequestrato i beni di Petronas in Europa. Il sequestro in un primo momento era stato accolto dai tribunali europei ma ora è stato sospeso.
L'intricata storia della rivendicazione di Sulu risale a un accordo del 1878 stipulato dall'allora sultano di Sulu - le cui terre si estendevano dalle Filippine meridionali a quello che oggi è lo Stato malaysiano del Borneo, Sabah - con due mercanti europei. Il sultano di Sulu accettò di cedere loro le sue terre del Borneo settentrionale in cambio di un pagamento annuale.
Più tecnicamente, secondo alcuni esperti la controversia deriva da traduzioni diverse dell'accordo del 1878 in spagnolo, malese e inglese. L’accordo originale utilizzava chiaramente il termine "cedere", non "affittare", il che significa che gli attacchi legali degli attuali pretendenti di Sulu al governo della Malaysia colpendo i beni di Petronas sarebbero illegittimi.
La Malaysia ha continuato a pagare agli eredi di Sulu circa 5.300 ringgits all’anno (pari a 1.200 dollari) dopo l'incorporazione del Sabah nella Federazione della Malaysia nel 1963 e li ha sospesi solo dopo l'attacco dei sostenitori di un autoproclamato erede di Sulu nel 2013, in cui sono stati uccisi alcuni cittadini e membri delle forze dell’ordine.
Gli stessi abitanti del Sabah respingono le rivendicazioni di Sulu, dichiarandole nulle dopo il loro voto di adesione alla Federazione.
La ministra Datuk Seri Azalina all’inizio di marzo ha annunciato che l’ex procuratore generale della Malaysia, Sri Tommy Thomas, avrà il divieto di commentare ulteriormente la rivendicazione di Sulu dopo aver pubblicato una nota in cui spiegava il caso. Nel 2019 Thomas aveva inviato una lettera ai pretendenti di Sulu che non era stata approvata dal gabinetto dell’epoca.
Secondo la ministra - che ha annunciato indagini per vedere se qualche cittadino abbia sostenuto l’assalto legale a Petronas o se gli eredi di Sulu abbiano legami con il gruppo terroristico Royal Sulu Forces - i ricorrenti Sulu avrebbero dovuto rivolgersi alla Corte penale internazionale dell'Aia piuttosto che ricorrere all'arbitrato commerciale. La ministra ha inoltre sottolineato che i tribunali francesi stanno ritardando la decisione di assegnare le partecipazioni francesi di Petronas agli “eredi” di Sulu in attesa della risposta ufficiale della Malaysia.
14/06/2017 11:30
04/07/2017 12:56