L'Hibakusha ricevendo il Nobel per la pace: 'Mai più neanche una sola arma nucleare'
Il discorso alla cerimonia di Oslo del 92enne Terumi Tanaka, sopravvissuto del bombardamento di Nagasaki: "Quattromila testate nucleari pronte per essere lanciate significa che danni centinaia o migliaia di volte maggiori potrebbero accadere subito. Ognuno di voi, in qualsiasi momento, potrebbe diventare sia una vittima sia un aggressore". Ascolta il podcast sugli Hibakusha curato da "Mondo e Missione"
Oslo (AsiaNews/Agenzie) – “Non si permetta più il possesso nemmeno di una singola arma nucleare”. È l’appello che ha lanciato oggi da Oslo Terumi Tanaka, 92 anni, sopravvissuto del bombardamento atomico di Nagasaki e tra i fondatori di Nihon Hidankyo, l’associazione delle vittime delle bombe nucleari sganciate dall’esercito degli Stati Uniti sul Giappone, a cui oggi è stato consegnato ufficialmente il Premio Nobel per la pace 2024. Lui che il 9 agosto 1945 aveva 13 anni e vide con i suoi occhi la morte e la devastazione da quel tipo di ordigni, ha parlato a nome della delegazione di 30 persone giunte da Hiroshima e Nagasaki per ritirare il riconoscimento, tra i quali ben 17 testimoni diretti di quella immane tragedia.
Terumi Tanaka ha raccontato la sua esperienza di quel giorno: il grande bagliore, l’onda dell’esplosione, le case bruciate, la cattedrale di Urakami (“la più grande chiesa in mattoni rossi dell’Oriente”) rasa al suolo, lo strazio dei corpi della famiglie delle due zie che vivevano a 400 metri dall’ipocentro. “Le morti di cui sono stato testimone in quel momento - ha detto - difficilmente potrebbero essere descritte come umane. C'erano centinaia di persone che soffrivano in agonia, incapaci di ricevere qualsiasi tipo di assistenza medica. Sentii profondamente che, anche in guerra, tali uccisioni e mutilazioni non dovrebbero mai essere consentite”.
Ma non è solo una storia di ottant’anni fa: ha parlato guardando alle cronache di oggi, Tanaka, nel suo discorso alla cerimonia del Nobel: “Oggi esistono ancora 12.000 testate nucleari sulla Terra, di cui 4.000 sono operative e pronte per essere lanciate immediatamente - ha detto -. Una superpotenza nucleare, la Russia, minaccia di usare armi atomiche nella sua guerra contro l'Ucraina, e anche un membro del governo israeliano, nel mezzo dei suoi incessanti attacchi a Gaza, in Palestina, ha parlato del possibile utilizzo di armi nucleari. Oltre che per le vittime civili, sono infinitamente triste e arrabbiato per il fatto che il ‘tabù nucleare’ rischi di essere infranto”.
Terumi Tanaka ha ricordato la gioia con cui gli Hibakusha - i sopravvissuti di Hiroshima e Nagasaki – dopo essere stati troppo a lungo relegati al silenzio, il 7 luglio 2017 hanno accolto l’approvazione all’Onu del Trattato per la Proibizione delle Armi Nucleari, adottato con il sostegno di 122 Paesi. “È il desiderio più profondo degli Hibakusha - ha spiegato - che, invece di dipendere dalla teoria della deterrenza nucleare, che presuppone il possesso e l'uso delle armi nucleari, non si permetta più il possesso nemmeno di una singola arma nucleare”. Perché “4.000 testate nucleari, pronte per essere lanciate immediatamente significa che danni centinaia o migliaia di volte maggiori rispetto a quelli che sono avvenuti a Hiroshima e Nagasaki potrebbero accadere subito - ha proseguito -. Ognuno di voi, in qualsiasi momento, potrebbe diventare sia una vittima sia un aggressore. Per questo, esorto ogni persona in tutto il mondo a discutere insieme su che cosa dobbiamo fare per eliminare le armi nucleari e a chiedere azioni dai governi per raggiungere questo obiettivo”.
Il rappresentante di Nihon Hidankyo ha infine ricordato che l'età media dei sopravvissuti alle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki è ora di 85 anni. “Tra dieci anni - ha commentato - potrebbero esserci solo pochi di noi capaci di testimoniare come sopravvissuti di prima mano. D’ora in poi, spero che la prossima generazione trovi modi per costruire su quanto abbiamo fatto e sviluppare ulteriormente il movimento”.
In questo senso va l’iniziativa del No More Hibakusha Project-Inheriting Memories of the A and H-Bomb Sufferers, un archivio digitale che sta raccogliendo le testimonianze di chi è ancora in vita. “Esorto tutti – ha aggiunto - a creare occasioni nei propri Paesi per ascoltare le testimonianze dei sopravvissuti alla bomba atomica e per percepire, con profonda sensibilità, la vera disumanità delle armi nucleari. Spero che la convinzione che le armi nucleari non possono - e non devono - coesistere con l'umanità prenda piede tra i cittadini degli Stati dotati di armi nucleari e dei loro alleati, e che questo diventi una forza per cambiare le politiche nucleari dei loro governi. Che l'umanità non si distrugga con le armi nucleari - ha concluso -. Lavoriamo insieme per una società umana, in un mondo libero dalle armi nucleari e dalle guerre”.
ALLE STORIE DEGLI HIBAKUSHI E AL SIGNIFICATO DI QUESTO PREMIO NOBEL PER LA PACE È DEDICATO IL PODCAST DI MONDO E MISSIONE "HIBAKUSHA, IL NOBEL SULLE ATOMICHE DI OGGI". ASCOLTALO QUI
06/08/2020 09:02