25/04/2025, 09.28
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L'arcivescovo Machado: 'India e Pakistan, cercate la pace indicata da papa Francesco'

di Nirmala Carvalho

Resta altissima la tensione tra Delhi e Islamabad dopo l'attacco in Kashmir che ha provocato 26 morti. Chiusi gli spazi aerei, revocato l'accordo sui fiumi, i nazionalisti indù premono per una ritorsione armata. Il vicepresidente della Conferenza episcopale: "Possano i nostri sforzi per la pace continuare"

Delhi (AsiaNews) – Non accenna diminuire la tensione diplomatica tra India e Pakistan dopo l’attacco terroristico avvenuto in Kashmir il 22 aprile, nel quale sono rimasti uccisi 26 turisti. Il capo dell'esercito indiano ha annunciato per oggi una visita a Pahalgam, il luogo dell’attacco, e c’è il timore di una escalation con il vicino e rivale di lunga data.
L'India ha affermato che ci sono elementi riconducibili al Pakistan nell'attacco di martedì, quando i militanti hanno sparato a 26 uomini dopo averli separati dalle donne e dai bambini, mentre Islamabad ha negato qualsiasi coinvolgimento. Le due nazioni – entrambe dotate di armi nucleari - hanno adottato nelle ultime ore una serie di misure reciproche, con l'India che ha mantenuto in sospeso un trattato fondamentale in vigore da sessant’anni per la condivisione delle acque fluviali e il Pakistan che ha chiuso il suo spazio aereo alle compagnie aeree indiane.

Di fronte a questa situazione incandescente l'arcivescovo di Bangalore mons. Peter Machado, vicepresidente della Conferenza episcopale indiana (Cbci), lancia un appello attraverso AsiaNews: "È triste - spiega commentando l'uccisione dei turisti, molti dei quali provenienti proprio dal Karnataka -. Così tante vite innocenti spente, famiglie in lutto, la nazione in lutto... Quando il governo e la popolazione volevano la normalità in Kashmir, questo attacco ha riacceso lo scontro. Possano i nostri sforzi per la pace continuare - aggiunge mons. Machado -. Papa Francesco fino alla fine ha chiesto la pace. Ha offerto la sofferenza dell'ultima parte della sua vita al Signore per la pace nel mondo e la fratellanza tra i popoli... Ascoltiamo l'appello di Papa Francesco per la fratellanza e la pace".

Il primo ministro indiano Narendra Modi ha giurato di dare la caccia agli autori dell'attentato fino “ai confini del mondo”. Sui mercati azionari del Paese gli indici sono scesi oggi, la rupia si è indebolita e il rendimento dell'obbligazione indiana di riferimento a 10 anni è salito di 4 punti base. I due principali vettori indiani, IndiGo e Air India, hanno dichiarato che alcune delle loro rotte internazionali, tra cui quelle verso gli Stati Uniti e l'Europa, saranno colpite dalla chiusura dello spazio aereo pakistano, con conseguente allungamento dei tempi di volo e deviazioni.

Ci sono timori che l'India – sulla scorta delle pressioni dell’opinione pubblica - possa condurre un attacco militare in territorio pakistano, come fece nel 2019 come rappresaglia per un altro attentato suicida nel Kashmir, nel quale furono uccisi almeno 40 poliziotti paramilitari indiani. Diversi leader del partito nazionalista indù Bharatiya Janata Party di Modi hanno chiesto un'azione militare contro il Pakistan.

I due Paesi rivendicano entrambi il Kashmir a maggioranza musulmana, di cui governano ciascuna una parte del territorio. L'India, nazione a maggioranza indù, accusa da tempo il Pakistan islamico di aiutare i separatisti che hanno combattuto le forze di sicurezza nella sua parte - accuse che Islamabad nega.

I funzionari indiani affermano che l'attacco di martedì ha avuto “collegamenti transfrontalieri”. La polizia del Kashmir, nel comunicare l'identificazione di tre persone “coinvolte” nella violenza, ha detto che due di loro erano cittadini pakistani.

Le autorità del Kashmir indiano hanno demolito le case di due presunti militanti, uno dei quali è accusato dell'attacco di martedì, ha dichiarato un funzionario. I governi di molti Stati governati dal partito nazionalista indù Bharatiya Janata Party di Modi hanno abbattuto le case o i negozi illegali di persone accusate di crimini, molte delle quali musulmane, in una forma di giustizia sommaria.

 

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