30/11/2024, 10.55
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L'Onu a Vientiane: 'Tutele vere per le minoranze culturali'

di Steve Suwannarat

Il monito dell'inviata speciale Alexandra Xanthaki al termine di una visita di dieci giorni in un Paese dove insieme le etnie minoritarie formano il 47% della popolazione: "Nonostante i passi avanti sui diritti umani, restano politiche di assimilazione delle popolazioni indigene nel gruppo dominante Lao e ricollocazioni forzate di villaggi nel nome dello sviluppo".

Vientiane (AsiaNews/Agenzie) - L'Onu incalza il regime laotiano sui diritti culturali e la tutela della diversità in una nazione con 49 etnie minoritarie che insieme formano il 47% della popolazione. Pur riconoscendo l’impegno di Vientiane a garantirne legalmente i diritti, le Nazioni Unite segnalano le inadempienze nel proteggere la varietà e validità delle diverse tradizioni.

Al termine di una visita di dieci giorni nel Paese asiatico, l’inviata speciale Onu per i diritti culturali, l’economista greca Alexandra Xanthaki, ha diffuso un comunicato dove sintetizza la sua esperienza, che sarà alla base in un rapporto da presentare al Consiglio Onu per i Diritti umani. “Riconosco il rinnovato impegno del Laos per quanto riguarda il complesso dei diritti umani”, spiega, Tuttavia, nonostante quanto affermato dalla legislazione della Repubblica democratica e popolare del Laos sui diritti culturali, “resta la preoccupazione riguardo a politiche che cercano di assimilare le minoranze etniche e le popolazioni indigene nel gruppo dominante Lao, come pure la folclorizzazione della cultura a scopi turistici”. “Nonostante la legge locale riconosca i diritti culturali - ha proseguito la Xanthaki - lo sviluppo inclusivo e la prosperità del Laos, costruita dalla gente e per la gente, possono concretizzarsi solo se ciascuno si sentirà libero di conservare le modalità di vita che si è scelto e contribuire allo sviluppo con le proprie visioni e priorità”

L’inviata Onu ha sottolineato anche la necessità che il governo di Vientiane non sacrifichi la varietà culturale e i diritti culturali allo sviluppo economico e all’unità dello Stato che “attua una politica di diffusa ricollocazione dei villaggi nel nome dello sviluppo”, senza un’adeguata informazione e consenso di coloro che ne saranno interessati e un accordo equo sugli indennizzi.

Questa situazione deriva in parte dal mancato riconoscimento dell’esistenza di gruppi minoritari e indigeni in condizioni di emarginazione. Un rifiuto “che significa negare la protezione di standard internazionale adeguata alla loro specifica condizione”.

“La mancanza di discriminazione - ha sottolineato ancora l’esperta Onu - non significa uniformità ma attuare misure per garantire le diverse pratiche culturali e prospettive (dei vari gruppi minoritari) e consentire loro di contribuire alla società”.

Anche sul piano della riduzione della povertà Xanthakis ha sottolineato l’impegno ufficiale a ridurre la povertà e promuovere lo sviluppo, ma ha anche notato come la prospettiva soltanto socio-economica attuata resti inadeguata mancando serie politiche per i diritti umani e compensi adeguati per le perdite di chi subisce l’impatto dei progetti di sviluppo. È compito anche dei partner economici e delle organizzazioni internazionali considerare questi aspetti. La situazione emersa durante la visita e gli incontri con funzionari governativi, agenzie Onu e loro partner locali, con la popolazione dei villaggi in diverse località del Paese ha portata l’inviata speciale delle Nazioni Unite alla convinzione che “la narrativa ufficiale proposta che tutta la popolazione comprende ed è d’accordo sui progetti di sviluppo non sia realistica”.

 

Foto: Pixabay / brinwadd

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