L'Australia risarcirà 'trafficanti' indonesiani detenuti illegalmente quando erano minori
Canberra ha acconsentito a pagare 27 milioni di dollari indonesiani a oltre 120 vittime, ma l'accordo è soggetto all'approvazione della Corte Federale. Le autorità australiane, nonostante sapessero che la radiografia del polso per stabilire l'età non è una tecnica affidabile, hanno ignorato le raccomandazioni e proceduto con l'arresto e la detenzione dei migranti, attratti dalla possibilità di guadagno ma senza sapere a cosa stessero realmente andando incontro.
Jakarta (AsiaNews/Agenzie) - Il governo australiano ha accettato di pagare 27 milioni di dollari australiani (pari 17 milioni di dollari americani) ad alcuni indonesiani ingiustamente accusati e processati come trafficanti di esseri umani quando erano solo bambini, alcuni dell’età di 12 anni. "È giusto dire che siamo lieti di aver ottenuto questo risultato perché ci sono voluti 10 anni per realizzarlo", ha detto Sam Tierney, uno degli avvocati delle vittime parte dell’azione collettiva. Più di 120 indonesiani sono stati detenuti tra il 2009 e il 2012 dopo essere arrivati in Australia. Provenienti da contesti di povertà, hanno raccontato di essere stati attratti sulle barche con la promessa di un lavoro ben retribuito, senza immaginare che sarebbero stati ingaggiati per trasportare richiedenti asilo.
Al tempo, la legge australiana prevedeva che i minori venissero rimpatriati nel Paese di origine e anche le leggi internazionali prevedono che i sospettati vengano trattati come bambini fino a che non vengono identificati con certezza. Tuttavia le autorità avevano effettuato un’analisi radiografica del polso per determinare l’età dei “trafficanti” e incarcerato chiunque ritenessero avesse più di 18 anni. È ormai noto che l’esame del polso a raggi X non è affidabile per stabilire l’età di un individuo e un’inchiesta del Guardian dello scorso anno aveva rivelato che le autorità fossero a conoscenza del fatto che la tecnica non era affidabile. Già nel 2012, inoltre, un rapporto della Commissione australiana per i diritti umani aveva riscontrato numerose violazioni dei diritti dei ragazzi, sostenendo che i loro casi fossero stati gestiti fin dall’inizio in modo errato e che il trattamento riservato ai minori fosse “inquietante”.
L’azione collettiva è stata lanciata da 122 indonesiani, ma l’accordo, siglato ieri e che non costituisce un'ammissione di illecito, dovrà essere approvato dalla Corte federale del Commonwealth prima che l’Australia possa procedere al pagamento. Gli avvocati nel frattempo cercheranno altri indonesiani che possano avere diritto al risarcimento.
Ali Yasmin ha raccontato di essere stato portato a Christmas Island nel dicembre 2009 nonostante avesse comunicato alle autorità di avere 14 anni. Incarcerato in una prigione di massima sicurezza, è stato rilasciato ed espulso nel 2012 e la sua condanna è stata annullata solo nel 2017.
Negli ultimi anni il governo australiano ha cercato di risolvere diverse cause per detenzione illegale. Nel 2017, ha accettato di pagare 70 milioni di dollari australiani a titolo di risarcimento a quasi 1.700 rifugiati e richiedenti asilo trattenuti illegalmente sull’isola di Manus, mentre lo scorso anno ha concordato un pagamento di 350mila dollari australiani a un richiedente asilo iracheno che è risultato essere stato trattenuto illegalmente per più di due anni in un centro di detenzione.
29/04/2016 12:48