L'11 luglio la Corte Suprema discuterà sulle violenze contro i cristiani indiani
Accolta un'istanza presentata dall'arcivescovo di Bangalore e da altre istituzioni cristiane. Nel solo mese di maggio sono stati registrati 57 casi di attacchi a luoghi di culto e altre strutture legate alle chiese. Mons. Peter Machado ad AsiaNews: "L'apparato dello Stato se vuole può controllare queste frange estremiste".
New Delhi (AsiaNews) - La Corte Suprema dell’India esaminerà l'11 luglio un appello per fermare la "propaganda dell’odio" contro la comunità cristiana e gli attacchi ai loro luoghi di culto. L'istanza, presentata dall'arcivescovo della diocesi di Bangalore mons. Peter Machado insieme al National Solidarity Forum e alla Evangelical Fellowship of India, verrà esaminata da un tribunale composto dai giudici Surya Kant e JB Pardiwala.
“A maggio si sono verificati 57 casi di violenza e si prevedono altri attacchi”, ha dichiarato l'avvocato Colin Gonsalves, a nome dei firmatari, chiedendo un'udienza urgente. “Se quanto dichiarato è vero è un fatto grave”, ha risposto la Corte fissando l’udienza per l’11 luglio.
Nell’appello si parla di “sinistri fenomeni di violenza” e “discorsi di odio mirato” contro la comunità cristiana del Paese messi in atto da squadre di vigilantes e membri di organizzazioni della destra nazionalista. Si sostiene inoltre che il governo centrale e quello statale del Karnataka non abbiamo intrapreso azioni immediate e necessarie contro i gruppi che hanno causato violenza diffusa, compresi gli attacchi ai luoghi di culto cristiani e ad altre istituzioni da loro gestite.
L'arcivescovo di Bangalore mons. Peter Machado ha dichiarato ad AsiaNews: “L’appello è stato presentato dal nostro team legale. Nutriamo ancora speranza nell'apparato governativo: hanno la possibilità di controllare queste frange violente. E soprattutto abbiamo immense speranze nella magistratura, che in India ha sempre difeso i diritti delle minoranze e delle persone molestate".