L’esercito irakeno lancia l’offensiva finale a Fallujah, nelle mani dello Stato islamico
Reparti anti-terrorismo, forze armate e polizia stanno accerchiando la città. Raid aerei dell’aviazione irakena e internazionale alimentano l’offensiva. Ma i militari devono vincere la resistenza dei jihadisti, che hanno lanciato contro-attacchi. Il timore è che i civili vengano usati come scudi umani. Lo SI colpisce con nuovi attentati Baghdad, 21 morti.
Baghdad (AsiaNews/Agenzie) - L’esercito irakeno ha lanciato “l’offensiva finale” a Fallujah, per strappare la città del governatorato di Anbar, circa 50 km a ovest della capitale, alle milizie dello Stato islamico (SI) che la controllano dal 2014. Tuttavia, fonti locali riferiscono che i militari devono affrontare una feroce resistenza dei jihadisti, che hanno sferrato a più riprese contro-attacchi. Iniziati all’alba di ieri, i combattimenti sono tuttora in corso.
Al momento vi sono almeno 50mila civili intrappolati all’interno della città; finora solo poche centinaia di famiglie sono riuscite a fuggire, mettendosi in salvo. Il timore è che possano essere usati come scudi umani contro i bombardamenti.
Abdul-Wahab al-Saadi, comandante dell’esercito irakeno a capo delle operazioni a Fallujah, parla di “truppe anti-terrorismo” che operano in coordinamento con “altre forze armate e la polizia della provincia di Anbar”. Si registrano, aggiunge, “violenti combattimenti” alla periferia della città.
A sostegno delle truppe sul terreno, nelle ultime ore l’aviazione irakena e gli aerei della coalizione internazionale hanno lanciato numerosi attacchi.
Fonti locali riferiscono che lo SI a Fallujah dispone di almeno 1200 combattenti, la maggior parte dei quali provenienti dalla città stessa.
Finora l’esercito irakeno è riuscito ad assumere il controllo di due cittadine a sud di Fallujah, ma la resistenza opposta dai miliziani complica i piani dei generali. L’impressione è che le forze irakene stiano cercando di formare un anello attorno alla città, grazie al quale soffocare l’opposizione di Daesh [acronimo arabo dello Stato islamico].
Fonti sul terreno affermano che ci potrebbe essere una pausa nelle operazioni prima dell’assalto conclusivo, per consentire ad altri civili di abbandonare la città. Testimoni nell’area parlano di persone che muoiono di fame e civili uccisi perché si sono rifiutati di combattere per lo SI.
Assieme a Mosul, roccaforte jihadista in Iraq, Fallujah è una delle città più importanti a essere finita nelle mani dello SI nel 2014, all’inizio dell’offensiva jihadista. Prima dell’ascesa di Daesh in città vivevano 300mila persone e, in passato, è stata uno dei “simboli” della “resistenza” sunnita contro l’invasione delle forze armate statunitensi in seguito alla caduta dei rais Saddam Hussein. Inoltre, è conosciuta come “città delle moschee” per gli oltre 200 luoghi di culto musulmani nell’area urbana.
Nel frattempo le milizie dello Stato islamico hanno sferrato una serie di attacchi bomba a Baghdad e in alcune zone attorno alla capitale; negli attentati di ieri sarebbero morte almeno 21 persone, decine i feriti.
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