L’Onu applica un embargo di armi contro gli Houthi, ma c’è scetticismo
Beirut (AsiaNews) - Il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha imposto ieri un embargo sulle armi per i ribelli Houthi, esigendo che essi si ritirino dai territori conquistati nel sud del Paese, che hanno portato alla fuga del loro presidente, Abedrabbo Mansour Hadi, rifugiatosi a Riyadh.
Fra gli analisti vi è scetticismo sul valore della risoluzione: nel Paese – essi dicono – vi è già un’enorme quantità di armi; inoltre, l’Iran – sospettato di rifornire gli Houthi sciiti – è da anni sotto embargo e alquanto impossibilitato ad armare i ribelli.
Il Consiglio di sicurezza ha votato quasi all’unanimità (14 su 15), con la Russia che si è astenuta. Proprio l’ambasciatore russo aveva richiesto che l’embargo fosse applicato su tutte le parti in lotta.
All’avanzata dei ribelli verso il sud, da quasi un mese – dal 26 marzo - una coalizione guidata dall’Arabia saudita e da altre monarchie del Golfo, sta bombardando le loro posizioni e minaccia un intervento armato via terra. Zeid Ra'ad Al Hussein, commissario Onu per i diritti umani, ha domandato che si lanci un’inchiesta sull’alto numero di morti fra i civili, circa la metà delle 736 vittime finora registrate. Al-Hussein denuncia che in molti casi sono stai presi di mira ospedali e scuole.
La risoluzione impone sanzioni anche al capo degli Houthi, Abdulmalik al-Houthi, e ad Ahmed, figlio dell’ex presidente Ali Abdullah Saleh, fra i quali un bando sui viaggi all’estero e un congelamento delle loro finanze. Gli Houthi sono alleati dell’ex presidente Saleh, costretto a lasciare il potere nel 2012. Gli Houthi esigono maggiore rappresentatività e potere all’interno dello Stato.
Poco tempo prima del varo della risoluzione Onu, l’Iran aveva proposto un cessate il fuoco e l’apertura di un dialogo fra tutte le componenti della società yemenita, alla presenza di facilitatori internazionali.
Il Comitato supremo rivoluzionario degli Houthi ha condannato la risoluzione Onu, che essi giudicano un sostegno alla “aggressione” dei sauditi e hanno organizzato per domani manifestazioni di protesta in tutto il Paese.
Nella lotta fra Houthi e sunniti, un altro interlocutore prende più spazio: al Qaeda nella penisola arabica. Ieri al Qaeda ha comunicato che uno dei suoi leader, Ibrahim al-Rubaish, è stato ucciso in un “raid dei crociati”, un drone Usa. Al-Rubaish era nato in Arabia saudita e aveva passato diversi anni nella prigione militare di Guantanamo.
21/04/2016 08:50