L’Asia si interessa all’economia del Brexit
I più sono favorevoli al “rimanere” perché dà più stabilità alla situazione. Per la Cina, l’uscita porterebbe a una perdita di influenza della Gran Bretagna. Timori delle multinazionali che hanno la loro sede a Londra. I problemi delle merci e del mercato comune.
Hong Kong (AsiaNews/Agenzie) – Il referendum che si vota oggi in Gran Bretagna, se rimanere o uscire dall’Unione europea, interessa all’Asia solo dal punto di vista economico, ossia se vi saranno ricadute che potranno migliorare o peggiorare i rapporti e il commercio. Ad ogni modo, la maggioranza delle voci, anche autorevoli, è per il “rimanere”, perché fautore di una maggiore stabilità.
In Cina, secondo la prassi della politica estera di Pechino, il referendum è visto come un elemento di politica interna su cui il governo cinese non si esprime ufficialmente. Ma oggi, il Global Times, legato al Quotidiano del popolo, strumento ufficiale del Partito, si lancia in uno strenuo consiglio a rimanere. “Se il Regno unito vota di lasciare [l’Ue], diventerà un orfano atlantico e perderà la sua relazione speciale con l’Ue. In questa circostanza, diverrà più forte la sua speciale relazione con gli Usa, ma potrebbe significare molto meno per gli Stati Uniti”. “Lasciare l’Ue – si aggiunge - costerà alla Gran Bretagna la possibilità di esercitare la sua influenza”.
La “relazione speciale” con la Ue è importante anche per Pechino, dato che essa ha scelto Londra come centro europeo per il suo commercio in yuan.
La preoccupazione degli investitori asiatici è soprattutto su cosa porterà il periodo di incertezza che seguirebbe un Brexit (l’uscita dalla Ue). Essi temono che gli investimenti in Gran Bretagna possano abbassarsi di valore.
Le multinazionali asiatiche che hanno scelto finora la loro base europea a Londra, si preoccupano che il Brexit porti ostacoli alla circolazione delle loro merci nel mercato comune. La giapponese Hitachi, ad esempio, sta già ripensando a come ridurre la sua presenza in Gran Bretagna.
Vi è però chi pensa che l’uscita dall’Ue aiuterà molti più asiatici qualificati a entrare nel Regno unito, facendo a meno delle regole europee di immigrazione. Il ricco finanziere Jim Mellon, sostenitore del Brexit, sostiene che “gli asiatici che vogliono studiare e lavorare [in Gran Bretagna] troveranno questo molto più facile perché quelli sono le persone di talento che noi vogliamo… Noi vogliamo lavoratori specializzati, non operai generici da Romania e Bulgaria capaci solo di pulire le strade o fare un caffè”.
12/04/2012
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