L’Asean si distanza un po' di più dalla Cina
Il blocco del sud-est asiatico respinge il piano cinese per la creazione di una zona d’identificazione aerea nel Mar Cinese meridionale. Invocata libertà di navigazione nelle acque contestate. Il difficile equilibrio tra integrazione commerciale con Pechino e la necessità di diversificare partner e investitori.
Hong Kong (AsiaNews) – I leader Asean (Associazione dei Paesi del sud-est Asiatico) prendono le distanze dalla Cina e affermano l’importanza della libertà di sorvolo nel Mar Cinese meridionale. La presa di posizione dell’organizzazione è contenuta nella dichiarazione congiunta pubblicata ieri al termine del suo summit annuale.
È raro che le 10 nazioni Asean esprimano una chiara posizione comune contro le pretese territoriali di Pechino nell’Asia del sud-est. Il gigante asiatico reclama quasi il 90% del Mar Cinese meridionale; Vietnam, Filippine, Indonesia e Malaysia, tra i principali membri Asean, si oppongono con forza alle rivendicazioni cinesi.
Lo scorso aprile, il governo filippino ha condannato l’affondamento di un peschereccio vietnamita nel Mar Cinese meridionale, che Hanoi attribuisce a una nave della guardia costiera di Pechino. In una nota ufficiale inviata alle Nazioni Uniti a fine maggio, l’Indonesia ha riconosciuto la validità della sentenza della Corte internazionale di arbitrato dell’Aia, sostenendo che la “Nine-Dash line”, la demarcazione territoriale rivendicata da Pechino secondo motivazioni storiche, non ha alcun fondamento legale e viola la Convenzione Onu sul diritto del mare.
Oltre ad aver occupato e militarizzato una serie di isolette e banchi coralliferi, i cinesi non hanno escluso la possibilità di imporre nell’area una “zona d’identificazione” per la propria difesa aerea. Nel 2013, la Cina ne ha istituito una nel Mar Cinese orientale, dove è in disputa con il Giappone per la sovranità sulle isole Senkaku/Diaoyu.
In un chiaro riferimento alle azioni di Pechino, nella dichiarazione di ieri l’Asean ha espresso preoccupazione per le “appropriazioni territoriali, le attività di sviluppo e i ‘seri’ incidenti” nella regione, invocando libertà di navigazione nelle acque contestate. Tale posizione è condivisa dagli Stati Uniti e dai suoi alleati asiatici.
I problemi territoriali con la Cina si sovrappongono a quelli economici. Il blocco Asean è preoccupato per la sua tenuta economica, minacciata dalla recessione post-coronavirus. La pandemia ha dimostrato la vulnerabilità delle catene di approvvigionamento con Pechino, il principale partner commerciale dei Paesi del sud-est asiatico.
Per gli analisti, le nazioni Asean saranno obbligate a trovare un punto di equilibrio con i cinesi. Gli sforzi di integrazione commerciale con la Cina, come la Regional Comprehensive Economic Partnership, dovranno essere accompagnati dalla diversificazione di partner e investitori. Con la loro intenzione di portare via imprese e attività dalla Cina, Stati Uniti e Giappone offrono opportunità in tale direzione.
04/06/2020 12:04
18/07/2020 11:27