15/03/2019, 10.27
MALAYSIA-SIRIA
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Kuala Lumpur: riaccolti ‘con cautela’ i jihadisti di ritorno dalla Siria

Il capo dell'antiterrorismo: “Sono tutti sottoposti a controlli approfonditi". Secondo le stime, 102 malaysiani  hanno raggiunto il Medio oriente per unirsi allo Stato islamico. Di questi, 51 sono ancora in Siria. Ne sono morti 40, nove dei quali erano attentatori suicidi. I combattenti ora guardano alle Filippine.

Kuala Lumpur (AsiaNews/Agenzie) – Mentre Paesi come Stati Uniti e Regno Unito si rifiutano di accogliere i cittadini partiti alla volta della Siria per unirsi allo Stato islamico (Is), la Malaysia li accetta con cautela, purché si sottopongano ad un programma di riabilitazione e deradicalizzazione di un mese.

Ayob Khan Mydin Pitchay, a capo dell'Unità speciale antiterrorismo della polizia malaysiana, dichiara che “tutti i rimpatriati sono sottoposti a controlli approfonditi". “Coinvolgiamo leader religiosi ed esperti, per valutare le loro ideologie e possibili trucchi psicologici. Confronteremo i risultati con le informazioni di intelligence che abbiamo ricevuto da servizi stranieri alleati. Se ci sono prove che una persona rimpatriata è stata coinvolta in attività dello Stato islamico, lui o lei saranno accusati in tribunale”, aggiunge.

Secondo le stime, 102 cittadini malaysiani  hanno raggiunto la Siria per unirsi al califfato. Tra questi, 11 sono tornati in Malaysia. Otto, tutti uomini, sono stati condannati e incarcerati, mentre gli altri tre – una donna e due bambini – sono liberi. Ayob dichiara che al momento il governo sta tentando di rimpatriare 13 dei 51 cittadini che si ritiene siano ancora in Medio oriente. Il funzionario riferisce che i 13 sono riusciti a mettersi in contatto con i familiari nel Paese d'origine, che hanno poi avvertito la polizia.

Dei 51 malaysiani che si pensa siano ancora in Siria, 17 sono considerati bambini. Dal 2013, secondo Ayob nel territorio controllato dallo Stato islamico sono morti 40 malaysiani, nove dei quali erano attentatori suicidi. La polizia di Kuala Lumpur avverte che vi sono ancora cittadini disposti a combattere per l'IS. “Li stiamo tenendo d'occhio – afferma Ayob. Coloro che non possono andare in Siria ora stanno posando gli occhi su Mindanao, nel sud delle Filippine, dove operano gruppi militanti che hanno legami con l'Is".

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