Kuala Lumpur, arrestato un responsabile della sicurezza aerea: è dell’Isis
Secondo una fonte della sicurezza, il sospettato ha lavorato anche nell’aviazione. È stato fermato lo scorso marzo insieme ad altre 14 persone. Professore di politica: “È un fatto che preoccupa. Egli avrebbe potuto con facilità sabotare un areo, metterci una bomba o armi da contrabbando. Su quella linea volano personalità importanti e politici”.
Kuala Lumpur (AsiaNews) – Un ingegnere dell’aviazione pronto a far esplodere o dirottare un areo di linea in nome dello Stato islamico (SI). È il profilo dipinto dagli inquirenti malaysiani di una delle 15 persone arrestate a marzo scorso con l’accusa di terrorismo a sfondo religioso. Secondo una fonte della sicurezza locale citata dal South China Morning Post, il sospettato, 49 anni, è un ex tecnico di volo della Royal Malaysian Air Forceche ha lavorato per 13 anni per una società di manutenzione aeromobili.
“La sua responsabilità – spiega la fonte – era quella di controllare che i velivoli fossero sicuri per l’utilizzo. Egli è la persona che dà il segnale verde per indicare che l’aereo è pronto per il decollo”. L’aeronautica militare affitta anche velivoli per tratte interne, spesso usati da personalità importanti e politici.
Il sospettato è stato arrestato a fine marzo insieme ad altre 14 persone in un’operazione di polizia compiuta in sei stati federali e nella capitale Kuala Lumpur. Il processo nei confronti dell’ex tecnico di volo è ancora in corso. Su di lui pende l’accusa di “aver tenuto lezioni di religione in cui propagandava l’ideologia dello SI”. Inoltre, l’uomo “è conosciuto per sostenere in modo attivo lo SI sul suo profilo Facebook. Egli ha mostrato dei video dello SI sul suo telefonino ad alcuni amici con lo scopo di incitarli ad unirsi ai jihadisti”.
Gli inquirenti giudicano “molto preoccupante” il coinvolgimento dell’ingegnere dell’aviazione con lo SI: “Egli poteva sabotare un areo senza problemi. Poteva anche mettere bombe o armi da contrabbando dentro i velivoli”. Kumar Ramakrishna, professore associato di studi politici alla S. Rajaratnam School di Singapore, commenta: “Questo è un fattore di allarme perché è proprio quello a cui io e altri ci riferiamo quando parliamo della ‘minaccia interna’ del terrorismo transnazionale”.
“Questa persona – continua Kumar – avrebbe avuto la possibilità, almeno in teoria, di sabotare un areo con a bordo qualche personalità, manomettendo i sistemi di bordo o piazzando un esplosivo improvvisato”.
L’ingegnere è il secondo impiegato dell’industria dell’aviazione che viene arrestato dalla polizia malaysiana. L’anno scorso è stato fermato un agente della polizia incaricato ai controlli all’aeroporto internazionale di Kuala Lumpur. Egli avrebbe aiutato il proprio cognato a partire per la Siria a combattere con lo SI.
Ad oggi la polizia ha arrestato più di 160 sospetti militanti jihadisti. Almeno 19 malaysiani sono morti in Iraq e Siria combattendo con lo SI, alcuni di essi come kamikaze.