Kirkuk, serie di attacchi bomba causano diversi morti e feriti. Sospetti sull’Isis
Almeno sei esplosioni hanno investito la zona centrale della città. Gli ordigni sono scoppiati al termine dell’Iftar, il pasto serale che interrompe il digiuno durante il Ramadan. Secondo alcune fonti si contano almeno sei morti e una ventina di feriti. Gli attentanti sembrano confermare il cambio di strategia dello Stato islamico.
Kirkuk (AsiaNews/Agenzie) - Una serie di esplosioni - almeno sei ma potrebbero essere anche di più - hanno investito la città di Kirkuk nella tarda serata di ieri, provocando diversi morti e feriti. Le forze di sicurezza della città petrolifera del nord, contesa fra Baghdad ed Erbil, hanno inoltre disinnescato altri due ordigni già pronti a esplodere.
Secondo alcune fonti vi sarebbero almeno sei morti, ma il numero potrebbe essere ancora superiore e non vi è un dato ufficiale. I feriti sono circa 20, alcuni dei quali versano in gravi condizioni.
Al momento non vi sono rivendicazioni ufficiali degli attentati. Tuttavia, il capo delle forze di sicurezza di Kirkuk Saad Harbya punta il dito contro le milizie dello Stato islamico (SI; ex Isis). Intervistato da Rudaw TV, egli accusa il gruppo jihadista di cercare di “reagire” di fronte ai “duri attacchi” dell’esercito irakeno.
Gli ordigni sono scoppiati nel centro di Kirkuk, in un’area commerciale in cui si trovano diversi negozi e attività, caffè e ristoranti, seminando il panico fra le persone presenti. Le esplosioni si sono susseguite in rapida successione al termine dell’Iftar, il pasto serale che segna la fine del digiuno giornaliero durante il Ramadan, quando le strade sono affollate e i negozi gremiti di persone.
Nelle ore successive la polizia ha bloccato tutti gli accessi ai luoghi delle esplosioni, consentendo l’accesso solo alle autoambulanze impegnate nel soccorso dei feriti.
Le modalità degli attentati, se opera dei jihadisti dell’Isis, sono una conferma ulteriore di un cambio di strategia del gruppo che archiviato il progetto del “Califfato” sembra oggi puntare sulla guerriglia. E la nuova tattica adottata dallo Stato islamico sembra essere vincente, come testimoniano i numerosi attacchi che si sono registrati nell’ultimo periodo a livello globale.
Kirkuk, area contesa fra la regione autonoma del Kurdistan irakeno e il governo centrale di Baghdad, è oggetto da tempo di instabilità e attacchi, che si sono acuiti in seguito al referendum (autonomo curdo) del 2017 e alla risposta militare dell’esercito e delle milizie sciite.
Nel 2014 i Peshmerga, i combattenti curdi, avevano costituito un argine all’avanzata dell’Isis e impedito di fatto la caduta della città e della provincia, strategica per le enormi quantità di petrolio racchiuse nel sottosuolo. Le milizie curde sono state poi cacciate nell’ottobre 2017, in seguito all’offensiva lanciata da Baghdad contro i gruppi jihadisti nel nord del Paese.
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