Kim Jong-un proibisce musiche, tivù, stile della Corea del Sud
Una nuova legge contro “il pensiero reazionario” è in atto da tempo. Multe ai genitori che permettono ai figli di svagarsi con la musica; 15 anni di prigione per chi guarda la televisione del Sud; ergastolo per usa cellulari stranieri non registrati; pena di morte per prodotti importati da Usa e Giappone.
Seoul (AsiaNews) – Il leader nordcoreano Kim Jong-un sta attuando una campagna che vieta, sotto pena di multe salate o prigionia, l’ascoltare musica, guardare soap opera in tivù, esprimersi con lo stile sudcoreano. È l’ennesimo tentativo di combattere “il pensiero reazionario”, spingendo a privilegiare i mezzi di comunicazione nazionali (e controllati).
La legge prevede multe per i genitori che permettono ai loro figli di violare il bando. Si comminano fino a 15 anni di prigione nei campi di lavoro forzato per chi è colto a guardare la televisione sudcoreana; per chi produce o distribuisce pornografia, per chi usa televisioni, radio, computer, cellulari stranieri non registrati.
Secondo alcune fonti, si proibisce anche lo scrivere e il parlare secondo lo stile del Sud. Il Daily NK, agenzia con base a Seoul che monitora il Nord, afferma che chiunque è colto a importare materiale proibito dalla Corea del Sud rischia l’ergastolo, e chi lo importa da Stati Uniti o Giappone rischia la condanna a morte.
Vari esperti vedono in questa nuova legge e nelle aspre condanne collegate il tentativo del governo di frenare l’informazione che viene dall’esterno, anche dalla Cina, che guadagna sempre più stima, soprattutto fra i giovani.
Tae Yong-ho, primo esule nordcoreano eletto al parlamento del Sud, ha dichiarato: “Di giorno la popolazione grida ‘Lunga vita a Kim Jong-un’, ma la notte tutti guardano i drammi e i cinema della Corea del Sud”.
Un fatto importante è che, mentre si blocca l’informazione dall’esterno, Kim Jong-un ha promesso al recente Congresso del partito di espandere la rete wifi in tutto il Paese e migliorare la produzione televisiva locale.