Kerbala, sciiti irakeni celebrano l’Ashura in salsa anti-curda
Le celebrazioni si sono svolte ieri nella città santa, per ricordare l’uccisione del nipote di Maometto. Oltre 25mila agenti stanziati a sicurezza dei fedeli. I partecipanti hanno promosso slogan e canti contro il leader curdo Barzani. Nel mirino la ““cospirazione separatista nel nord dell’Iraq”.
Baghdad (AsiaNews/Agenzie) - Centinaia di migliaia di pellegrini musulmani sciiti hanno visitato ieri la città santa di Kerbala, in Iraq, per celebrare in salsa “anti-curda” la festa dell’Ashura. Le autorità di Baghdad hanno stanziato oltre 25mila agenti, per tutelare l’incolumità dei fedeli che hanno partecipato alla ricorrenza che ricorda l’uccisione, sette secoli fa, del nipote del profeta Maometto.
Nel recente passato gruppi sunniti e movimenti jihadisti - fra cui lo Stato islamico (SI) - hanno approfittato della giornata per sferrare attacchi sanguinari.
Quest’anno non si sono registrati incidenti di rilievo; tuttavia, le cerimonie sono state contraddistinte da canti e slogan contro il leader curdo Massud Barzani. Fra questi, “Barzani sei l’artefice della divisione del Paese” e “Non credere che ti lasceremo Kirkuk”.
Il 25 settembre scorso la regione autonoma nel nord dell’Iraq ha tenuto un referendum per l’indipendenza, che si è chiuso con una schiacciante vittoria dei favorevoli (oltre 90% di sì). Il voto si è svolto anche nel territorio conteso di Kirkuk.
Hamed al-Obays, uno degli organizzatori della processione, afferma che i canti intendono contrastare la “cospirazione separatista nel nord dell’Iraq”. I pellegrini in marcia, fra lacrime e colpi al petto, hanno espresso il loro duplice lutto per tutta la durata della cerimonia. Alcuni di essi hanno anche brandito spade, dalle quali colavano gocce di sangue che macchiavano i vestiti.
La festa annuale dell’Ashura celebra l’uccisione dell’imam Hussein da parte delle forze del Califfo Yazid nel 680 d.C., uno degli eventi centrali dell’islam sciita. La sua morte si inserisce nel contesto della disputa sulla successione al profeta Maometto, che si è poi conclusa con la divisione fra sunniti e sciiti.
Fra i pellegrini, molti erano quelli provenienti dal vicino Iran e da altre nazioni della regione, che si sono riuniti nella città santa distante circa 80 km in direzione sud-ovest dalla capitale. Milioni in tutto il mondo sciita, dal Libano alle nazioni dell’Asia del sud, hanno organizzato delle processioni nelle rispettive città di origine, accompagnate da rituali tradizionali fra cui la flagellazione. (DS)
27/09/2017 09:01