Katunayake e Biyagama: senza cibo né soldi, né lavoro per il lockdown
Nove fabbriche hanno chiuso nelle due zone di libero scambio: in più di 3.400 hanno perso l’impiego, per lo più giovani donne migranti. Organizzazioni umanitarie come Red hanno fornito cibo e assistenza, compresa quella legale, ai disoccupati.
Colombo (AsiaNews) – “Nel picco della pandemia da coronavirus, dopo l’annuncio improvviso del lockdown, i lavoratori migranti – per lo più giovani donne – nelle zone di libero scambio (Ftz) sono finiti in miseria, reclusi nelle loro abitazioni senza cibo né soldi, e senza la possibilità di rientrare nei loro villaggi d’origine”. Lo spiega ad AsiaNews Chandra Devanarayana, fondatrice dell’organizzazione Red (Revolutionary Existence for Human Development).
A causa dell’emergenza sanitaria, nove fabbriche hanno chiuso e oltre 3.400 persone hanno perso il lavoro nelle due Ftz di Katunayake e Biyagama, e nei loro pressi. Gli attivisti di Red denunciano che il governo e gli investitori non hanno fatto nulla per tutelare i lavoratori ora disoccupati.
Secondo i dati dell’organizzazione, contenuti in uno studio pubblicato la scorsa settimana, sette stabilimenti hanno cessato le attività a Katunayake (tre al di fuori della Ftz) e due a Biyagama. I dipendenti contagiati nell’area sono finora 3.663; in 3.559 sono guariti: tra questi, 1.236 hanno perso l’impiego.
Niranjali Sudhammika , un’operaia 44enne, racconta di non aver mangiato per giorni e di non avere abbastanza soldi per pagare la pensione dove è ospitata. All’inizio del lockdown, 65 lavoratori della Ftz erano rimasti con 5mila rupie (22 euro); 202 con 1.000-2.000 rupie (4-8 euro) e 13 senza un soldo.
Devanarayana sottolinea che lavoratori e lavoratrici del posto hanno ricevuto cibo e assistenza solo dalle organizzazioni umanitarie. Ella spiega che Red ha dovuto fornire assistenza legale alle persone rimaste senza lavoro o che non hanno ricevuto più il salario. L’attivista fa notare che alcune aziende hanno sfruttato la crisi del Covid-19 per colpire i leader sindacali. Con la loro ricerca, gli operatori di Red vogliono far luce sull’accaduto e spingere le autorità a intervenire.
Secondo Red e l’organizzazione Shramabhimani, è necessario dare vita a un movimento nazionale per difendere i diritti dei dipendenti delle Ftz, il cui lavoro favorisce l’afflusso in Sri Lanka della quota maggiore di valuta estera.
21/01/2021 15:06