Karachi: con lo sguardo a Parigi, cattolici in piazza contro i cambiamenti climatici
Karachi (AsiaNews) - In cammino contro i cambiamenti climatici, per un futuro in cui l’ecologia e l’ambiente diventino una priorità in un mondo - ad oggi - guidato da una logica consumista e materialista. Con lo sguardo rivolto a Parigi, dove è in corso il Summit mondiale sul clima (Cop21), che si concluderà l’11 dicembre, del quale ha parlato di recente anche il pontefice di rientro dal viaggio apostolico in Africa. È questo lo spirito che ha animato l’iniziativa promossa da Caritas Pakistan, insieme alla Commissione nazionale di giustizia e pace della Chiesa cattolica pakistana, la sezione Ncjp di Karachi e la Justice & Peace Commission of Major Religious Superior’s Leadership Conference.
La “Marcia globale per il clima” si è svolta il primo dicembre scorso a Karachi (capoluogo del Sindh, nel sud del Paese), partendo dalla locale chiesa di San Giorgio in Drigh Road. Come ricorda papa Francesco nella sua enciclica “Laudato Sì”, i cambiamenti climatici sono un problema globale, con gravi conseguenza su ambiente, economia, politica e redistribuzione dei beni.
Per questo i promotori della marcia di Karachi si sono definiti parte “della Laudato Sì in azione”. Il loro obiettivo è quello di mobilitare la comunità cattolica dell’arcidiocesi di Karachi, solidarizzando con il movimento cattolico globale impegnato nella lotta contro i cambiamenti climatici e per la “cura della terra”.
A Parigi in questi giorni è in discussione il futuro del pianeta e le decisioni che prenderanno i vari leader mondiali saranno fondamentali non solo per l’attuale generazione, ma anche per quelle che seguiranno nel prossimo futuro. Per questo è necessario una visione complessiva della questione ed è essenziale avviare pratiche volte alla tutela del creato.
Interpellato da AsiaNews Mansha Noor, segretario esecutivo di Caritas Karachi, spiega che l’incontro aveva l’obiettivo di solidarizzare con il movimento cattolico mondiale sul clima; la marcia globale, aggiunge, è una “opportunità per mobilitarci e mostrare gli sforzi compiuti sinora”. “Le persone sono centrali - conclude - nel trovare soluzioni al problema climatico”.
Gli fa eco Rasheed Gill, attivista e coordinatore regionale di Jpc Karachi, secondo cui “non vi è ancora oggi sufficiente attenzione al creato” e non si è capito che questi problemi “hanno uno stretto legame con noi stessi”. È tempo che anche i cattolici, aggiunge, lavorino in prima persona per affrontare e risolvere le crisi ecologiche perché “è nostra responsabilità sociale e spirituale”.
Il vicario generale dell’arcidiocesi di Karachi p. Saleh Deigo ricorda che il creato è frutto dell’opera di Dio e che “l’essere umano sta distruggendo questo universo meraviglioso inquinando l’ambiente in molti modi diversi”. Egli rilancia quindi le parole di papa Francesco, secondo cui tutti noi possiamo contribuire alla cura del creato, e svolgere la nostra parte “per salvare la terra e salvare l’umanità” stessa. Per raggiungere lo scopo, il sacerdote invita a piantare nuovi alberi, evitare sprechi energetici e usare veicoli il meno possibile inquinanti.