05/09/2022, 12.46
AFGHANISTAN
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Kabul, esplosione nei pressi dell'ambasciata russa: decine le vittime

L'attacco non è ancora stato rivendicato. Secondo il ministero russo degli Esteri sono stati uccisi due membri dello staff diplomatico. Il bilancio dei morti potrebbe essere destinato a salire.

Kabul (AsiaNews/Agenzie) - È di almeno una decina di vittime il bilancio dopo un’esplosione avvenuta oggi nei pressi dell’ambasciata russa. Verso le 11 (ora locale) un attentatore ha detonato un ordigno e due membri del corpo diplomatico sono stati uccisi, ha comunicato il ministro russo degli Esteri. “L'ambasciata è in stretto contatto con i servizi di sicurezza afgani, che stanno indagando”, si legge ancora nella nota del ministero di Mosca. 

“Secondo i testimoni oculari le vittime potrebbero essere molte di più”, ha detto ad Al Jazeera il giornalista locale Najib Lalzoy. La detonazione “è avvenuta vicino all'ambasciata dove c'era una folla di persone radunate per richiedere il visto russo”, ha aggiunto.

I talebani hanno dichiarato di aver identificato e ucciso l'attentatore suicida "prima che raggiungesse il suo obiettivo".

La Russia è uno dei pochi Paesi ad aver mantenuto un'ambasciata a Kabul dopo che i talebani hanno riconquistato l’Afghanistan più di un anno fa. Nonostante Mosca non abbia ufficialmente riconosciuto il governo dell’Emirato islamico dell’Afghanistan, si sono svolte trattative nelle settimane scorse per la fornitura di petrolio e di altri prodotti.

Al momento l’attacco non è ancora stato rivendicato, anche se i sospetti ricadono sui militanti locali dello Stato islamico (Is-K) che colpiscono perlopiù obiettivi istituzionali per indebolire il controllo dei talebani, oppure la comunità sciita e gli appartenenti ad altre minoranze perché considerati “infedeli”.

Il 3 settembre un’esplosione fuori da una moschea a Herat ha ucciso almeno 19 persone e ne ha ferite 23. L’attacco mirava a colpire Mujib Rahman Ansari, un religioso vicino ai talebani.

I recenti eventi dimostrano ancora una volta che, nonostante le dichiarazioni dei talebani secondo cui lo Stato islamico sarebbe stato sconfitto, gli “studenti coranici” non sono in realtà in grado di amministrare il Paese. Allo stesso tempo potrebbe essere sempre più complicato per le nazioni straniere non solo mantenere una presenza diplomatica, ma anche condurre affari con il governo talebano per ragioni di sicurezza.

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