Joshimath, la città indiana che si sbriciola ai piedi dell'Himalaya
Da alcuni giorni crepe sempre più profonde nelle case e nelle strade di questo centro dell'Uttarakhand dove vivono 20mila persone. Il missionario p. Ajo Thelappily ad AsiaNews: "Frane senza precedenti. Pregate per noi". Sotto accusa l'eccessivo pompaggio dell'acqua per usi agricoli che avrebbe reso friabile il terreno in un'area geologicamente già instabile.
Joshimath (AsiaNews) - Nello Stato indiano settentrionale dell'Uttarakhand, ai piedi dell’Himalaya, la montagna sopra la città di Joshimath si sta letteralmente sbriciolando. In oltre 600 case delle circa 4500 che formano questa località abitata da 20mila persone a 1800 metri si stanno accentuando le crepe, con gravi problemi di stabilità. È l’effetto della combinazione tra i cambiamenti climatici e una struttura geologica già instabile. Nei giorni scorsi è crollato anche un tempio, aumentando i timori dei residenti che si sono accampati al freddo.
Anche la cruciale strada Joshimath-Malari, nel distretto di Chamoli, che collega al confine con la Cina, si è spaccata in diversi punti a causa delle frane nei pressi della stazione dei taxi di Malari.
P. Ajo Thelappily, religioso dei Carmelitani di Maria Immacolata (CMI) e parroco a Jyoti Niwas, una missione che si trova vicino a Joshimath, racconta ad AsiaNews: “La città è stata colpita da frane senza precedenti a partire dal 6 gennaio. Le aree maggiormente colpite sono le catene montuose di Auli e alcune porzioni della città di Joshimath. Le persone maggiormente colpite sono circa 600: 150 di loro sono state trasferite in luoghi più sicuri. Per il momento la nostra zona non è interessata: i funzionari governative la definiscono un’area sicura. Tuttavia, non sappiamo che cosa ci aspetta in futuro”.
“La municipalità di Joshimath potrebbe acquisire la nostra scuola per ospitare le persone sfollate – continua p. Ajo Thelappily -. Sia il governo dell’Uttarakhand sia quello di New Delhi stanno lavorando per trovare una soluzione al problema. Vi preghiamo di ricordare la nostra missione e la popolazione di Joshimath nelle vostre preghiere”.
Quanto sta accadendo a Joshimath non è un fatto inaspettato: la politica indiana sta discutendo in queste ore sulla mancata prevenzione di un disastro annunciato. Sotto accusa il fatto che nel corso dei decenni, molta acqua sia stata pompata dal sottosuolo per l'agricoltura, rendendo fragile la sabbia e la pietra, fino allo sprofondamento di oggi. Jairam Ramesh, già ministro dell’Ambiente ai tempi del governo Singh, ha accusato: “Quando ero ministro dell'Ambiente, ho cercato affrontato la questione di uno sviluppo rispettoso dell’ambiente nell’Uttarakhand. Questo non mi ha fatto guadagnare molti amici, ma le immagini che arrivano da Joshimath confermano che avevo ragione”.
15/09/2018 09:00