Jiangsu, l'esplosione in fabbrica "figlia dell'avidità degli industriali"
Pechino (AsiaNews) - L'esplosione all'interno di una fabbrica metallurgica nella provincia del Jiangsu, che lo scorso 2 agosto ha ucciso almeno 75 persone, si sarebbe potuta evitare se la Cina avesse regole più stringenti sulla sicurezza dei luoghi di lavoro. Ne sono convinti analisti e organizzazioni sindacali, che definiscono "inutili le leggi in materia" almeno "fino a quando il governo non si deciderà a farle applicare davvero".
Le cause del disastro che ha devastato la Zhongrong Metal Products di Kunshan - cittadina industriale a 50 chilometri da Shanghai - non sono ancora chiare: l'ipotesi è che si sia verificato un accumulo eccessivo di polvere di metallo (residuo della lavorazione) e che questo sia entrato in contatto con una fiamma libera. La fabbrica costruisce parti di autovetture, e fra i suoi clienti conta la General Motors e altre grandi case automobilistiche occidentali.
Un funzionario dell'Amministrazione per la sicurezza del lavoro della zona, che vuole rimanere anonimo, denuncia al South China Morning Post: "Avevamo avvertito molte volte la dirigenza della fabbrica riguardo la pericolosità delle condizioni di lavoro. Ma è impossibile per noi assegnare un funzionario per ogni industria, che ogni giorno controlli la situazione. E non abbiamo il potere di fare chiudere chi infrange le leggi".
Secondo il China Labour Watch, organizzazione con base negli Stati Uniti che vigila sulla situazione del lavoro in Cina, con un equipaggiamento adeguato il disastro non sarebbe avvenuto: "Sistemi di sicurezza basilari come la ventilazione avrebbero evitato l'accumulo di polvere. Questa tragedia è il risultato del lassismo imperante nella legislazione sui diritti dei lavoratori".
Secondo Peter Chen, ingegnere presso la TRW Automotive, l'esplosione nel Jiangsu non è e non rimarrà un caso isolato: "In Cina, gli industriali pensano soltanto alle vendite e alla crescita. L'altra faccia del fenomeno, che include la qualità e la sicurezza, viene semplicemente ignorata". Da gennaio 2014 ad oggi, secondo dati governativi, sono morti in "seri" incidenti sul lavoro quasi 2.700 persone.