Jakarta, società civile contro l'elezione "indiretta" degli amministratori
Jakarta (AsiaNews) - La società civile indonesiana è in rivolta contro la proposta del governo uscente, che - a meno di un mese e mezzo dalla scadenza del mandato - intende modificare le procedure per le elezioni regionali. Il disegno di legge è opera del ministero degli Interni ed è già stata depositata in Parlamento; essa, a detta dei promotori, intende mettere fine alla pratica della "compravendita" dei voti e della cosiddetta "politica del denaro". Tuttavia, la fine dell'elezione diretta dei candidati alla carica di capo distretto, di sindaco e di governatore provinciale ha provocato sdegno e ira fra la popolazione.
Fonti del ministero degli Interni riferiscono che la proposta consente di minimizzare il rischio di una compravendita del voto, a fronte di un compenso in denaro o di altri benefici materiali; al contempo, di ridurre al minimo il budget finanziario del governo. Essa prevede l'elezione popolare dei parlamentari regionali, distrettuali e provinciali; saranno poi le assemblee di ciascun livello a scegliere i capi distretto, i sindaci e i governatori in via "indiretta", escludendo i cittadini dal voto.
Ora la proposta è al vaglio del Parlamento, che avrà tempo fino a fine settembre per discutere la legge e licenziare un testo finale. Questo dovrebbe essere anche l'ultimo atto dell'attuale assemblea, prima dello scioglimento delle Camere e dell'installazione del nuovo Parlamento, del nuovo capo di Stato e dell'esecutivo.
La società civile indonesiana ha reagito con sdegno e indignazione alla proposta, puntando il dito contro la classe politica "colpevole di ordire trame e manovre oscure", a poche settimane dall'insediamento ufficiale del nuovo presidente Joko Widodo "Jokowi", il 28 ottobre. Da sottolineare che la proposta di riforma elettorale è avanzata e sostenuta con forza dalla coalizione "Rosso e Bianco", il cui candidato Prabowo Subianto è risultato sconfitto nella corsa alle presidenziali del luglio scorso.
Nelle ultime settimane anche il partito del presidente uscente Yudhoyono, il Democrat Party, ha deciso di unirsi alla coalizione di Subianto, che a dispetto della sentenza della Corte costituzionale non intende ammettere la sconfitta e lasciare via libera a Widodo. All'indomani della sentenza della Consulta, i fedelissimi di Subianto hanno aperto una causa civile, con la speranza di sovvertire l'esito delle urne e consegnare il Paese all'ex generale.
A sostegno della protesta contro il disegno di legge non vi sono solo attivisti e intellettuali, ma anche una nutrita schiera di amministratori locali di vario livello, che sostengono con forza il principio dell'elezione diretta. Un cambiamento, avvertono, sarebbe equiparabile a un "furto" della democrazia. In prima fila nella protesta l'attuale governatore di Jakarta Basuki Tjahaja Purnama, che ha dato le dimissioni dal proprio partito, il Gerindra Party di Prabowo Subianto, accusandolo di violare lo spirito democratico. "Sarò un leader sovrano e indipendente di Jakarta" ha aggiunto. Movimenti della società civile hanno infine deciso di lanciare una petizione pubblica, chiedendo sostegno a tutti i cittadini contro questa manovre da "politica politicante".(MH)
01/10/2014
21/10/2004