Jakarta, leader cattolico: contro politiche identitarie, catechesi che rafforza l’unità
È l’appello lanciato da Yohanes Bayu Samodro, capo del Direttorato generale per la guida della comunità cattolica al ministero per gli Affari religiosi. Necessario contribuire alla difesa dei valori della nazione, rafforzando la morale e coinvolgendo i giovani. Prioritario “ridisegnare il modello convenzionale di catechesi”.
Jakarta (AsiaNews) - In un periodo storico in cui si rafforzano le “politiche identitarie” basate sull’appartenenza etnica o religiosa, e che rischiano di mettere in pericolo l’idea stessa di nazione, per i cristiani diventa essenziale promuovere una catechesi che rafforzi unità e collaborazione. È l’invito lanciato da Yohanes Bayu Samodro, capo del Direttorato generale per la guida della comunità cattolica all’interno del ministero per gli Affari religiosi, durante un incontro con l’Associazione stampa cattolica indonesiana (Pwki). Tutti, spiega, devono contribuire alla difesa del Paese rafforzandone la morale e coinvolgendo in prima persona le nuove generazioni, i millennial, i quali trascorrono spesso la maggior parte dei tempo sui social e in rete.
Bayu Samodro è alla guida dell’organismo dall’agosto di quest’anno, scelto quale miglior candidato nel contesto di una selezione “pubblica e trasparente”. In passato l’ente era stato al centro di polemiche, perché il governo centrale aveva messo a capo di una realtà cattolica personalità musulmane inadatte a ricoprire il ruolo e a rappresentare i suoi membri. Fra le priorità delineate all’inizio del mandato vi è quella di “ridisegnare il modello convenzionale di catechesi”.
Nell’incontro con la stampa cattolica, Bayu Samodro ha parlato a lungo del tema spiegando che “a causa della pandemia globale di Covid-19, alle persone è chiesto di applicare in modo severo il distanziamento sociale”. Il contatto fisico “va evitato” e per questo vanno studiate nuove modalità fra le quali “la catechesi digitale” che diventa sempre più “una necessità”.
La missione della Chiesa, prosegue, non si riduce al battesimo ma deve seguire l’educazione del suo popolo instillando “i valori cristiani”, perché possano “diventare persone mature e integrate, con una moralità elevata”. Questo è ancora più importante in una società pluralistica come è quella indonesiana, in cui la Pancasila è la base fondante e il collante sebbene negli ultimi anni sia oscurata da un crescente radicalismo. “Per essere un buon cattolico nella società - conclude - bisogna sapere applicare questo atteggiamento di spiritualità e rafforzare le buone maniere, in quanto membri attivi di questa stessa società. Questa è la nostra missione” e per fare in modo che abbia sempre maggiore diffusione è necessario il contributo della stampa cattolica.
Fra i programmi lanciati di recente dai vari direttori generali in seno al ministero per gli Affari religiosi vi è quello intitolato “Kita Cinta Papua” (Amiamo Papua). L’obiettivo è quello di garantire agli studenti dell’isola (almeno 61 nel primo gruppo) di poter studiare altrove - ad Ambon, Manado, Toraja, Palangka Raya - e approfondire le conoscenze nell’ambito della religione e dell’educazione alla religione. Per sostenere il progetto il governo ha stanziato circa 65 miliardi di rupie indonesiane (poco più di 3,7 milioni di euro).
27/12/2022 12:58