Ismail Haniya, il nuovo leader ‘moderato’ di Hamas
In precedenza Primo ministro di Gaza, rappresentante il ramo “diplomatico” di Hamas. Segue la linea “d’apertura” della recente Carta. Tuttavia, Haniya eredita una situazione complessa sia a livello di rapporti interni che esterni.
Gaza (AsiaNews/Agenzie) – L’organizzazione islamica alla guida della Striscia di Gaza fa un ulteriore passo verso una politica più “moderata” con l’elezione del suo nuovo leader generale, Ismail Haniya. L’annuncio è stato reso pubblico lo scorso 6 maggio dall’attuale leader, Khaled Meeshal.
Associato al ramo più “diplomatico” di Hamas, Haniya nacque 54 anni fa nel campo profughi al-Shati, nel nord della Striscia, dove tutt’ora vive. Ottenne il ruolo di Primo ministro a Gaza con le votazioni del 2006, ruolo che ha mantenuto nonostante non fosse riconosciuto dal Presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), Mahmoud Abbas.
La sua elezione sembra seguire il trend di “ammorbidimento” di Hamas avviato dalla recente nuova carta dell’organizzazione. Secondo Hussam al-Dajani, analista palestinese di Gaza, Haniya è un elemento di “equilibrio” nell’ufficio politico di Gaza, tendente al radicalismo: “[Haniya] sostiene la pace, l’unità e la stabilità della regione”. A febbraio, il più radicale Yehya Sinwar era stato nominato successore di Haniya nella guida degli uffici di Gaza di Hamas.
Haniya potrebbe essere il primo leader generale di Hamas a vivere nella Striscia, dove pare intenzionato a rimanere. Per Amos Harel, analista di Haaretz, ciò gli darebbe legittimità pubblica, pur sottoponendolo al rischio di limitazioni nei movimenti in caso di crisi con il governo egiziano.
Nel 2013 i rapporti con l’Egitto si erano deteriorati dopo il colpo di Stato che aveva deposto il governo egiziano di Mohamed Morsi, con cui Hamas aveva stretti legami. Una visita di quest’anno al Cairo da parte di Haniya mostra l’intenzione ad invertire il trend e ristabilire le relazioni. L’altro ieri l’Egitto ha ri-aperto la frontiera di Rafah in entrata per la Striscia per un periodo iniziale di tre giorni, esteso poi a quattro.
Per Harel, Haniya eredita una situazione complicata nei rapporti esterni e interni. Se la direzione di Hamas si è distanziata dall’asse iraniano-siriano per mantenere i rapporti con i Paesi sunniti, alcuni suoi membri della frangia militare, fra cui Yahya Sinwar, non hanno seguito la linea generale, rimanendo legati all’Iran. Inoltre, fonti anonime riportano che Tel Aviv, che già aveva liquidato come “imbroglio” la nuova Carta, sarebbe scettica nei confronti della nuova leadership di Hamas.
A livello interno, il gruppo palestinese militante Islamic Jihad, fondato nel 1979 su ispirazione della rivoluzione islamica iraniana, si è opposto alla nuova Carta. Per quanto riguarda Fatah, non è chiaro se la svolta nella politica di Hamas condurrà a un riavvicinamento delle due parti, i cui rapporti sono da settimane molto tesi. Azzam Al-Ahmed, funzionario di Fatah, ha augurato a Haniya “buona fortuna”, sollecitandolo ad uno sforzo per porre fine alle divisioni che separano i palestinesi. Tuttavia, Al-Ahmed ha anche chiesto ad Hamas di rinunciare al controllo esercitato su Gaza, ottenendo il rifiuto di Haniya. Hani Habib, analista politico di Gaza, afferma di non vedere “una prossima fine alle divisioni, vista l’ampiezza del gap fra le posizioni di Hamas e Fatah”.
Secondo alcuni analisti, l’elezione di Haniya rappresenta un segnale dell’intenzione di Hamas di mostrarsi come valida alternativa ad Abbas. Per altri, questi passi potrebbero aprire all’ingresso di Hamas nell’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp), a cui Hamas non aveva mai partecipato.