Islamabad: scontri fra polizia e manifestanti anti-governativi, esercito pronto a intervenire
Islamabad (AsiaNews/Agenzie) - Questa mattina manifestanti anti-governativi, armati di pietre e bastoni di legno, hanno ingaggiato pesanti scontri con polizia e forze di sicurezza per le strade di Islamabad, capitale del Pakistan, da giorni teatro di una protesta di piazza. L'escalation di violenze giunge a poche ore di distanza dal monito lanciato dai vertici dell'esercito, vera e propria "eminenza grigia" del Paese, che chiedono una soluzione "pacifica" della crisi politica che da oltre due settimane paralizza la nazione. Il 15 agosto scorso i dimostranti, guidati dall'ex campione di cricket e leader del Pakistan Tehreek-e-Insaf (Pti) Imran Khan, hanno lanciato una marcia sulla capitale, col proposito di rovesciare l'esecutivo e costringere alle dimissioni il premier Nawaz Sharif. Analisti ed esperti di politica locale non escludono un intervento dei militari, in un Paese governato a lungo dalle divise e teatro di diversi colpi di Stato.
In una nota ufficiale i vertici militari invitano governo e opposizioni a dirimere in modo pacifico le differenze; in caso contrario, essi avvertono di essere pronti a "svolgere la nostra parte per assicurare la sicurezza". Un richiamo che è arrivato al termine degli scontri fra la notte del 30 e il 31 agosto, al termine dei quali sono morte tre persone e almeno 500 sono rimaste ferite, fra cui diversi bambini.
A innescare lo scontro il tentativo, nella notte del 31 agosto, di irruzione nella residenza del premier Sharif da parte di un gruppo di oppositori guidati da Imran Khan e dal leader religioso populista Tahir-ul-Qadri. Essi chiedono le dimissioni di Sharif e la caduta dell'esecutivo, salito al potere nel maggio 2013 in seguito a elezioni che i due leader ritengono truccate e macchiate da brogli.
Questa mattina sono divampati nuovi focolai di tensione, quando almeno 3mila persone sotto una pioggia battente hanno tentato di nuovo di sfondare il cordone di sicurezza e irrompere nella sede del Primo Ministro. I poliziotti hanno risposto all'assalto lanciando gas lacrimogeno, reso però inoffensivo dall'abbondante pioggia che cade sulla capitale.
Dal quartier generale dell'esercito a Rawalpindi, fonti ufficiali spiegano che "pur riaffermando il sostegno al processo democratico", l'attuale crisi politica è fonte di preoccupazione e vi è il rischio di "feriti e perdite di vite umane su larga scala". La crisi va risolta "mediante la politica", aggiungono i militari, "senza perdite di tempo ed evitando il ricorso a mezzi violenti".
In tarda mattinata i manifestanti hanno fatto irruzione nella sede della tv di Stato pakistana; le trasmissioni sono state interrotte, mentre truppe dell'esercito hanno raggiunto l'area per riprendere il controllo della stazione e consentire il regolare svolgimento della programmazione. La linea dura nella protesta decisa da Qadri e da Imran Khan trova voci critiche e dissensi anche all'interno del partito guidato dall'ex campione di cricket. Fra questi vi è Javed Hasmi, uno dei leader di primo piano del Pti, che ieri ha sconfessato la decisione di marciare verso la residenza del premier e il Parlamento. "Questo tipo di atteggiamento - ha affermato - non si vede in nessun Paese al mondo"; egli ha aggiunto che se verrà imposta la legge marziale, Khan dovrà assumersi le proprie responsabilità.
09/07/2018 11:35
28/06/2023 13:30