Iraq, calano le vittime civili: meno 80% nei primi mesi del 2018
La conferma arriva da un’organismo Onu e da una ong internazionale. Ad oggi 477 morti in azioni violente, rispetto alle 2014 del 2017 (meno 76,3%). Il crollo nelle violenze confermato anche in queste settimane di Ramadan, in passato teatro di attacchi sanguinosi. Per il rogo delle schede elettorali da ricontare, arrestate quattro persone.
Baghdad (AsiaNews/Agenzie) - Il numero delle vittime civili decedute nel contesto di attentati o episodi di violenza dall’inizio dell’anno è “diminuito in modo significativo”, in larga parte in seguito alla sconfitta delle milizie jihadiste dello Stato islamico (Si, ex Isis). È quanto riferiscono sull'Iraq due agenzie internazionali, una legata alle Nazioni Unite e l’altra impegnata da anni a monitorare il numero dei morti nel Paese arabo.
In un rapporto diffuso in questi giorni dalla Missione di assistenza in Iraq (Unami) e dall’ Iraq Body Count emerge che le vittime fra la popolazione sono diminuite dell’80% nei primi cinque mesi del 2018, in rapporto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nel 2018 si sono registrati 477 morti in azioni violente, rispetto alle 2014 del 2017 (meno 76,3%).
Per quanto concerne i feriti, si è passati da 2977 a 939 di questi primi cinque mesi, con un calo del 68,4. Il numero di vittime civili per violenze di natura politica o religiosa è crollato passando da 7.708 dello scorso anno alle 1818 del 2018 (meno 76,4%).
Il crollo degli episodi di violenza è proseguito anche durante il Ramadan, il mese sacro di digiuno e preghiera islamico. Una differenza sostanziale, allorché le milizie jihadiste e i gruppi estremisti ne approfittavano per compiere attentati sanguinosi.
Anche le elezioni parlamentari del 12 maggio scorso, per la prima volta dall’invasione a guida statunitense del 2003, si sono svolte senza grandi incidenti. Resta tuttavia l’ombra di (possibili) brogli, che hanno spinto il Parlamento irakeno [col sostegno dell’esecutivo] a chiedere una verifica dei voti, ricontando le schede.
L’operazione potrebbe però essere ostacolata dal rogo avvenuto nel fine settimana nel più importante deposito per l’archiviazione delle schede. Le autorità hanno aperto un’inchiesta, che in poche ore ha portato all’arresto di almeno tre poliziotti e di un dipendente della Commissione elettorale.
In una nota il ministro degli Interni Qassem al-Araji ha sottolineato che “non vi sono dubbi” circa la natura dolosa del gesto. La portata dei danni non è ancora chiara, ma sembra che la gran parte delle schede siano state risparmiate dalle fiamme.
13/06/2018 08:59