20/05/2024, 08.58
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Iran: morti nello schianto dell'elicottero il presidente Raisi e il ministro degli Esteri

Le notizie di oggi: Onu “profondamente allarmata” per le nuove violenze nello Stato Rakhine in Myanmar. Funzionari di Kirghizistan e Pakistan si sono incontrati dopo le violenze della folla a Bishkek. Due navi da guerra cinesi attraccate in Cambogia per esercitazioni militari congiunte. Oltre 130 persone morte nel fine settimana in Afghanistan per le alluvioni nel nord e nel centro. 

IRAN
Il presidente Ebrahim Raisi - dell’ala ultraconservatrice e considerato a lungo potenziale successore della guida suprema Ali Khamenei - è morto ieri in un incidente di elicottero. Il velivolo, sul quale si trovavano altre persone fra cui il ministro degli Esteri Hossein Amirabdollahian anch’egli deceduto, si è schiantato in un terreno montuoso vicino al confine con l’Azerbaigian. I soccorritori hanno trovato parti del mezzo carbonizzate. Fra le cause il maltempo e la mancanza di mezzi di ricambio legata alle sanzioni occidentali. Manifestazioni di cordoglio e offerte di aiuto da diversi Paesi tra cui Iraq, Kuwait, Qatar, Arabia Saudita, Siria e Turchia, oltre che dall’Unione europea, che ha attivato il suo servizio di mappatura di risposta rapida per aiutare nelle operazioni di ricerca.

MYANMAR
L’Alto commissario Onu per i diritti umani si dice “profondamente allarmato” per la ripresa delle violenze nello Stato occidentale di Rakhine, in Myanmar, forte il rischio di ulteriori “atrocità” negli scontri fra esercito Arakan e militari. Gli esperti stanno cercando di “provare informazioni che indicano gravi violazioni”. Centinaia di persone uccise o ferite, più di 300mila gli sfollati.

KIRGHIZISTAN - PAKISTAN
Funzionari di Kirghizistan e Pakistan si sono incontrati dopo le violenze della folla a Bishkek contro studenti stranieri che hanno causato il ferimento di almeno 29 persone, tra cui diversi stranieri, innescando tensioni diplomatiche Islamabad e Delhi. Fra le cause scatenanti una precedente disputa dai contorni incerti fra migranti. Annullata la visita della delegazione pakistana. 

CAMBOGIA - CINA
Due navi da guerra cinesi sono attraccate ieri in Cambogia - a lungo alleato di Pechino da cui ha ricevuto miliardo di dollari di investimenti - nell’ambito delle più imponenti esercitazioni militari congiunte col Paese del Sud-est asiatico. Le operazioni terrestri e marittime dureranno almeno 15 giorni e vedranno impegnati 760 militari cinesi, circa 1.300 cambogiani e 11 navi cambogiane.

AFGHANISTAN
Le autorità afghane hanno annunciato ieri la morte di almeno 84 persone per forti piogge e inondazioni nella provincia di Faryab, nel nord. Il giorno precedente altre 50 erano decedute nella provincia centrale di Ghor. Secondo l’Onu il Paese è fra i più vulnerabili ai cambiamenti climatici. La scorsa settimana inondazioni improvvise hanno provocato 315 morti e più di 1.600 feriti.

A. SAUDITA - GIAPPONE
Il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman ha rinviato un viaggio pianificato da tempo di quattro giorni in Giappone, a causa delle condizioni di salute di re Salman. La visita doveva iniziare oggi ed era la prima dell’uomo forte a Riyadh dal 2019. I media ufficiali sauditi in queste ore riferiscono che il monarca soffre di una infiammazione ai polmoni ed è sottoposto a cure mediche. 

RUSSIA
Come fatto rilevare da molti osservatori, lo scopo principale della visita di Vladimir Putin in Cina non si è realizzato, vale a dire il consenso di Xi Jinping alla rapida costruzione del nuovo gasdotto “Forza della Siberia-2”. Esso permetterebbe ai russi di inviare in Cina quantità di carburanti sufficienti a compensare la perdita del mercato europeo, mentre i cinesi “non hanno fretta”.

ARMENIA - AZERBAIGIAN
L’arcivescovo armeno Bagrat Galstanyan, leader del movimento “Tavowš in nome della Patria”, si è incontrato con i dirigenti del partito di opposizione “Congresso nazionale armeno” Levon Zurabyan e Aram Manukyan. L’obiettivo era di concordare le azioni di protesta contro il governo di Nikol Pašinyan, e ottenere le sue dimissioni per le trattative di frontiera con l’Azerbaigian.

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