03/03/2017, 12.54
NEPAL
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Investitori internazionali a Kathmandu: Fondi in cambio di stabilità politica

di Christopher Sharma

È in corso il “Nepal Investment Summit 2017”, iniziativa fortemente voluta dal governo locale. Più di 250 investitori da tutto il mondo stanno discutendo di lotta alla povertà, controllo del crimine e del crescente terrorismo islamico. Continui cambi al vertice non creano condizioni favorevoli per i finanziamenti; sacche di povertà sono bacino per il reclutamento degli estremisti.

Kathmandu (AsiaNews) – L’economia ha bisogno di stabilità politica. È il messaggio lanciato alle autorità di Kathmandu da oltre 250 investitori internazionali riuniti per discutere di investimenti, riduzione della povertà e controllo del crimine e del crescente terrorismo islamico. Nella capitale nepalese è in corso la due giorni di “Nepal Investment Summit 2017”, iniziativa fortemente voluta dal governo locale che termina oggi. Tra i partecipanti all’incontro molti esponenti di primo piano dell’economia mondiale, come Arun Jailey, ministo indiano delle Finanze, e Jin Liqun, presidente dell’Asian Infrastructure Investment Bank. Tutti hanno sottolineato che la condizione necessaria per i finanziamenti economici è una leadership forte e stabile. Per il Nepal questo non è così scontato: dopo secoli di monarchia indù, a fatica le forze politiche stanno tentando di costruire un Paese democratico, mentre continuano a succedersi gabinetti deboli che ritardano la ripresa e lo sviluppo dopo il terremoto del 25 aprile 2015.

Gli investitori – aziende e privati – provengono da India, Cina, Bangladesh, Sri Lanka, Singapore, Hong Kong, Malaysia, Stati Uniti, Russia e Canada. Il Summit è stato inaugurato dal primo ministro Pushpa Kamal Dahal, che ha parlato di lotta alla povertà e di come questa possa diventare terreno fertile per il reclutamento di giovani senza speranze da parte dei terroristi. “La povertà – ha affermato – getta semi per il fondamentalismo e il terrorismo. Il Nepal ha tante risorse, ma poche capacità di investire su di esse”. Perciò, ha aggiunto, “è inevitabile ricercare il sostegno degli investimenti diretti esteri che creino prosperità economica e garantiscano pace e solidarietà sociale”. Da parte sua, ha assicurato, “il governo farà ogni sforzo per creare un ambiente favorevole agli investitori”.

Il ministro indiano Jaitley ha ammesso che il Paese himalayano “ha enormi possibilità economiche, risorse naturali e siti turistici che potrebbero attrarre numerosi investimenti”. Però, ha sottolineato, “servono riforme e stabilità. Vogliamo vedere un Nepal forte, che abbia un impatto positivo anche sull’India e sull’intera regione. Gli stranieri saranno attratti da una politica fiscale duratura, migliori infrastrutture e certezza nella politica”. Il riferimento è ai continui cambi al vertice avvenuti nell’ultimo anno, dopo che le autorità hanno approvato la prima Costituzione laica e democratica, e ai ritardi nella ricostruzione dopo il violento sisma che ha causato oltre 8mila vittime.

Leader delle opposizioni si sono impegnati nel creare un clima di collaborazione. Sher Bahadur Deuba, presidente del Nepali Congress, è certo che il territorio nepalese possa offrire potenziali aree di sviluppo. Khadga Prasad Sharma Oli, ex premier e capo del Communist Party of Nepal (Unified Marxist–Leninist), si è impegnato a favorire un “ambiente disponibile ai finanziamenti”. Infine Ram Sharan Mahat, ex ministro delle Finanze, ha sottolineato che il governo ha già applicato delle liberalizzazioni economiche grazie alla restaurazione di un regime democratico. “Aiutateci a migliorare la vita delle persone – ha detto – perché in questo modo la povertà sono sarà più bacino di attrazione per il terrorismo”.

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