Imprenditore musulmano: Rendiamo Bali la meta del turismo “secondo la sharia”
Jakarta (AsiaNews) – Rendere Bali, la meta turistica più visitata dell’Indonesia, un centro turistico “in linea con la sharia” islamica. È la proposta di Muliaman Hadad, presidente della Sharia Economic Society (Mes) indonesiana, che ha parlato da Denpasar, capitale dell’isola. L’idea è quella di implementare una serie di servizi specifici, che siano in accordo ai più rigidi dettami della legge islamica. “Bali è perfetta per questo scopo, perché non provare? Almeno sette milioni di persone – ha ricordato Hadad – visitano Bali ogni anno, e tre milioni vengono dall’estero. Quindi perché le persone che gestiscono il turismo sull’isola non alimentano l’idea di organizzare un turismo in linea con la sharia come fanno in Malaysia e Thailandia e altri Paesi del Medioriente?”.
L’imprenditore musulmano ha tenuto a sottolineare che la proposta non ha a che fare in modo diretto con la religione, ma mira ad incrementare i guadagni e il volume di visitatori. L’idea, dice, è vincente dal punto di vista economico, perché attirerebbe anche quella fetta di consumatori che richiedono trattamenti speciali come, per esempio, una cucina halal [consentita ndr]. Muliaman Hadad ha fatto richiesta al presidente del Mes di Bali di prendere in seria considerazione la proposta.
Anche se Hadad ha rassicurato che l’idea non è volta a creare una Bali “più musulmana”, molte proteste si sono levate in tutto l’arcipelago da parte della società civile e non solo. Studenti, lavoratori del settore turistico e politici (incluso l’ex capo della polizia di Bali) si sono espressi contro la creazione di un turismo obbediente alla sharia.
Nell’isola di Bali, unico luogo a maggioranza indù dell’Indonesia, la tradizione islamica del Paese e le consuetudini moderne e occidentali dei turisti convivono in modo pacifico, rendendola un’oasi di tolleranza. Gli indù sono liberi di praticare il loro culto in pubblico, e negli anni passati l’isola ha accolto rifugiati in fuga dagli scontri settari avvenuti a Jakarta, fossero essi di etnia cinese o cristiani.