27/01/2025, 06.42
KAZAKISTAN-CINA
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Il politologo kazako: la scommessa del sinologo Tokaev tra Oriente e Occidente

di Vladimir Rozanskij

L'analista Syroežkin - liberato dal carcere dopo essere stato condannato nel 2019 per "tradimento" - in un'intervista televisiva ha analizzato lo stato dei rapporti tra il Kazakistan e la Cina: "Il presidente è uno dei pochi kazachi in grado di capire la politica cinese: cerca di perseguire un equilibrio efficace con Mosca. Ma le sue promesse su un Paese nuovo e giusto restano ancora zoppicanti".

Astana (AsiaNews) - Sul portale Orda.kz è stata pubblicata un’importante intervista della direttrice Gulnara Bažkenova al politologo e sinologo kazaco Konstantin Syroežkin, per commentare le relazioni parallele tra Cina e Kazakistan, oltre alle questioni del sistema giudiziario kazaco e al caso di Karim Masimov, l’ex-presidente del Comitato di sicurezza arrestato tre anni fa per le sommosse e le dure repressioni ad Almaty nel Kandy Kantar, il “gennaio tragico” che precedette di poco l’invasione russa in Ucraina, e che ha profondamente determinato lo sviluppo del Paese in questi anni.

Lo stesso Syroežkin era stato condannato nell’autunno 2019 per alto tradimento, ma è poi uscito di prigione ad aprile del 2024 per la concessione della grazia da parte del presidente Kasym-Žomart Tokaev, che non è invece ancora stata concessa a Masimov. Il sinologo ricorda che Xi Jinping è salito ai vertici del potere cinese in una fase piuttosto incerta tra il 2012 e il 2013, e ha avuto bisogno di tempo di mettere insieme una squadra di persone a lui fedeli. Si è trattato di una lunga lotta contro la corruzione, durata almeno un quinquennio “ma non tanto questo, quanto una liberazione del partito dalle fazioni e dai clan”, spiega l’esperto, osservando che il presidente Tokaev è ancora ben lontano da ottenere un simile risultato in Kazakistan.

D’altra parte, Syroežkin ricorda che Tokaev ha avuto esperienza di lavoro anche in Cina ed è a sua volta un sinologo, e quindi “è uno dei pochi kazachi in grado di capire la politica di Pechino”. Citando un detto cinese, egli assicura che “Tokaev è in grado di camminare in mezzo alle gocce della pioggia”, in un periodo così complesso come quello che stiamo vivendo, cercando un equilibrio efficace tra gli influssi di Cina e Russia. Facendosi forte della sua esperienza diplomatica, il presidente kazaco “si richiama sempre agli statuti dell’Onu, non riconosce alcun motivo di conflitto tra Mosca e Pechino, e considera un vantaggio per il Kazakistan il fatto di trovarsi in mezzo ai due”, ritenendo Astana il vero “punto di equilibrio mondiale tra Oriente e Occidente”.

Per quanto riguarda i proclami di Tokaev sul “nuovo e giusto Kazakistan”, qui le perplessità sono ancora molto diffuse, in quanto il sistema giudiziario kazaco “è assai zoppicante e a volte non funziona proprio”, asserisce il politologo. In Cina i tribunali funzionano, e le condanne vengono eseguite in forma esemplare, mentre in Kazakistan “manca il controllo sull’esecuzione delle sentenze, e i funzionari spesso vivono con il senso dell’impunità”. I casi più clamorosi e risonanti vengono spesso segretati, per evitare interferenze.

Tutta l’inchiesta su Masimov rimane sotto la sigla di evocazione sovietica Soveršenno Sekretno (“Top Secret”), così come i materiali che riguardano i parenti dell’ex-presidente Nursultan Nazarbaev, i nipoti Samat Abiš e Dikij Arman, mentre Syroežkin ritiene che “i processi del Kantar dovevano essere aperti, perché la gente deve poter capire che cosa è successo, e comunque un processo aperto rende l’inchiesta più solida e disciplinata”. Non tutte le decisioni di segretare i casi sono legali, e si finisce per rendere inaccessibile qualunque informazione, anche quelle che non sono legate alle attività investigative.

La condanna di Syroežkin era legata alla responsabilità di Masimov, quando era ai vertici del governo, anche se i due non si erano incrociati. Il politologo conduceva un’indagine giornalistica sulla corruzione ad Astana, e ci furono agganci con i cinesi e i russi, che potevano essere coinvolti a vari livelli. Diffondendo informazioni riservate, la situazione si era complicata fino a non capire chi stesse dietro alle varie macchinazioni finanziarie e in parte politiche, dando un esempio di come il Kazakistan fatichi ancora a liberarsi dei suoi grandi padroni.

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