Il parlamentare Ted Hui in autoesilio da Hong Kong, ‘caduta nel buio della tirannia’
Dal 30 novembre, l’ex parlamentare democratico si trova in Danimarca per partecipare a un convegno sul clima. L’auto-esilio di Ted Hui porterà a una riduzione delle libertà su cauzione per le persone del movimento democratico che hanno accuse legate alla legge sulla sicurezza.
Hong Kong (AsiaNews) – L’ex parlamentare democratico Ted Hui Chi-fung ha annunciato che non tornerà ad Hong Kong e sceglierà l’autoesilio. Per ora non ha scelto alcun Paese per l’asilo, ma pensa in futuro di stabilirsi in Gran Bretagna. Egli ha dichiarato che da quando ad Hong Kong è stata imposta la legge sulla sicurezza voluta da Pechino, la sua città è “caduta nel buio della tirannia del Partito comunista cinese”.
Hui aveva lasciato Hong Kong il 30 novembre scorso per partecipare a un convegno internazionale sul clima in Danimarca. Secondo diversi media, negli stessi giorni la sua famiglia aveva lasciato il territorio.
In Danimarca egli ha potuto avere colloqui con personalità politiche locali e della Nato su tematiche legate ai diritti umani e alla situazione politica di Hong Kong. Su Hui pendono accuse legate alla sua partecipazione alle proteste dello scorso anno e a una manifestazione contro la stazione di polizia di Tuen Mun, avvenuta il 6 luglio scorso. Egli è anche accusato di ostacolo alla giustizia per aver aiutato a cancellare files e foto da un telefonino, che avrebbero potuto portare al riconoscimento di persone coinvolte nelle manifestazioni.
In attesa del processo, a Hui era stato garantita la libertà su cauzione e la possibilità di viaggiare all’estero sottomettendo la richiesta almeno 72 ore prima e il percorso.
Secondo alcuni osservatori, l’auto-esilio di Ted Hui porterà a una riduzione delle libertà su cauzione per le persone del movimento democratico che hanno accuse legate alla legge sulla sicurezza.
Già ieri, il magnate Jimmy Lai, editore del giornale Apple Daily, si è vista rifiutata la libertà su cauzione. Il giorno precedente, sono stati anche condannati alla prigione i tre giovani leader democratici Joshua Wong, Ivan Lam e Agnes Chow.
“Da quando ho lasciato Hong Kong – ha detto ieri Ted Hui – mi sono giunte notizie che sempre più amici e lottatori per la libertà sono gettati in prigione. Da quando la legge sulla sicurezza nazionale [è stata varata], siamo caduti nel buio della tirannia del Partito comunista cinese e il mio cuore è spezzato nell’udire del destino di molti miei amici”.
Da quando è stata imposta la legge sulla sicurezza, molte persone di Hong Kong, implicate nelle manifestazioni pro-democrazia dello scorso anno, stanno fuggendo la città.
La legge vieta e punisce atti e attività di secessione, sovversione, terrorismo e collaborazione con forze straniere che mettono in pericolo la sicurezza nazionale. Ma la sua interpretazione sembra essere così larga da colpire la libertà di opinione, di stampa e di assemblea.
Fino a settembre scorso almeno 136 persone hanno chiesto asilo in Australia; alcune decine in Canada e meno di 10 in Gran Bretagna, Germania e Nuova Zelanda.
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