14/03/2021, 10.56
VATICANO
Invia ad un amico

Il papa e i 500 anni della fede nelle Filippine: la danza, la croce, il Santo Niño

In occasione del 500mo anniversario, Papa Francesco ha voluto celebrare una messa in san Pietro insieme alla comunità filippina e al card. Tagle. Una danza ha introdotto la messa, fra sventolii di fazzoletti bianchi.  “Grazie” per “la gioia che portate nella vostra fede”. Con il loro servizio umile e gioioso, filippini e filippine sono “contrabbandieri della fede”, capaci di diffonderla ovunque, come una “malattia buona”. La commozione del card. Tagle.

Città del Vaticano (AsiaNews) – La danza-processione che ha aperto la messa di oggi all’altare della confessione è il simbolo che contiene tutto il significato della celebrazione dei 500 anni dell’evangelizzazione delle Filippine, che papa Francesco ha voluto sottolineare con la sua presenza, affianco al card. Luis Antonio G. Tagle, già arcivescovo di Manila e oggi prefetto di Propaganda Fide, e al card. Angelo De Donatis, vicario del papa nella diocesi di Roma. Fra i fedeli distanti secondo le regole anti-pandemia, tanti filippini e filippine che vivono come migranti nella diocesi.

Durante la processione-simbolo un giovane e una donna portavano l’uno la croce di Magellano, con cui nel 1521 è stata celebrata la prima messa di Pasqua a Limasawa (Leyte medidionale, Visaya orientale), l’altra la statuetta del Santo Niño, la cui devozione raduna milioni di fedeli nell’arcipelago. Dietro di loro, sei ragazze con vestiti bianchi e d’oro danzano avanzando e sventolando un fazzoletto bianco. I fedeli dai banchi partecipano col canto e con loro sventolio dei loro fazzoletti.

Nella sua omelia, Francesco ha dapprima commentato la frase del vangelo «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito» (Gv 3,16).

Egli ha anzitutto sottolineato che “Dio ha tanto amato”.  In Gesù, Dio “ci è venuto a cercare nei luoghi in cui ci siamo smarriti; in Lui è venuto a rialzarci dalle nostre cadute; in Lui ha pianto le nostre lacrime e guarito le nostre piaghe; in Lui ha benedetto per sempre la nostra vita. Chiunque crede in Lui, dice il Vangelo, non va perduto (ibid.). In Gesù, Dio ha pronunciato la parola definitiva sulla nostra vita: tu non sei perduto, sei amato. Sempre amato”.

La seconda parola sottolineata è “Dio ha dato il suo Figlio”: “Proprio perché ci ama così tanto, Dio dona sé stesso e ci offre la sua vita. Chi ama esce sempre da sé stesso. L’amore sempre si offre, si dona, si spende. La forza dell’amore è proprio questa: frantuma il guscio dell’egoismo, rompe gli argini delle sicurezze umane troppo calcolate, abbatte i muri e vince le paure, per farsi dono”.

Ricordando poi i 500 anni dal primo annuncio cristiano nelle Filippine, egli ha detto: Cari fratelli e sorelle… Avete ricevuto la gioia del Vangelo: che Dio ci ha amato a tal punto da dare il suo Figlio per noi. E questa gioia si vede nel vostro popolo, si vede nei vostri occhi, nei vostri volti, nei vostri canti e nelle vostre preghiere”. Distaccandosi dal testo, egli ha voluto dire “grazie” ai filippini e filippine per “la gioia che portate nella vostra fede”, tanto da definirli “contrabbandieri della fede”, da diffonderla ovunque, come una “malattia buona”.

“Voglio dirvi grazie – ha continuato - per la gioia che portate nel mondo intero e nelle comunità cristiane. Penso a tante esperienze belle nelle famiglie romane – ma è così in tutto il mondo –, dove la vostra presenza discreta e laboriosa ha saputo farsi anche testimonianza di fede. Con lo stile di Maria e di Giuseppe: Dio ama portare la gioia della fede con il servizio umile e nascosto, coraggioso e perseverante.

E in questa ricorrenza così importante per il santo popolo di Dio nelle Filippine, voglio anche esortarvi a non smettere l’opera di evangelizzazione – che non è proselitismo. Quell’annuncio cristiano che avete ricevuto è sempre da portare agli altri; il vangelo della vicinanza di Dio chiede di esprimersi nell’amore verso i fratelli; il desiderio di Dio che nessuno vada perduto domanda alla Chiesa di prendersi cura di chi è ferito e vive ai margini. Se Dio ama così tanto da donarci sé stesso, anche la Chiesa ha questa missione: non è inviata a giudicare, ma ad accogliere; non a imporre ma a seminare; non a condannare ma a portare Cristo che è la salvezza”.

“Con la vostra gioia – ha concluso - potrete fare in modo che si dica anche della Chiesa: “ha tanto amato il mondo!”. È bella e attraente una Chiesa che ama il mondo senza giudicarlo e che per il mondo dona sé stessa. Che sia così, nelle Filippine e in ogni parte della terra”.

Prima della conclusione, il card. Tagle, in rappresentanza di tutti i migranti filippini, ha ringraziato il pontefice per la partecipazione alla celebrazione: “Le portiamo qui l'amore filiale dei filippini delle 7641 isole del nostro paese. Ci sono più di dieci milioni di migranti filippini che vivono in quasi cento Paesi nel mondo. Sono uniti a noi questa mattina”.

Dopo aver tracciato in breve la storia dell’evangelizzazione nel suo Paese, che ha portato la Chiesa filippina ad essere la terza Chiesa al mondo per numero di fedeli, il card. Tagle ha aggiunto: “Per il misterioso disegno di Dio, il dono della fede che ci è stato dato viene ora condiviso da milioni di migranti filippini cristiani in diverse parti del mondo. Abbiamo lasciato le nostre famiglie, non per abbandonarle, ma per prenderci cura di loro e del loro futuro. Per amore loro, sopportiamo il dolore della separazione. Quando arrivano i momenti di solitudine, noi migranti filippini troviamo la forza in Gesù che viaggia con noi, Gesù che si è fatto un bambino (Santo Nino) e si è fatto conoscere come il Nazareno (Gesù Nazareno), che ha portato la Croce per noi”. A un certo punto, parlando della solitudine vissuta nella fede da tanti migranti, il card. Tagle si è commosso.

“Preghiamo – ha concluso - affinché attraverso i nostri migranti filippini, il nome di Gesù, la bellezza della Chiesa e la giustizia, la misericordia e la gioia di Dio, possano raggiungere i confini della terra. Qui a Roma, quando ci mancano i nostri nonni, sappiamo di avere un Lolo Kiko. Molte grazie, Santo Padre. Salamat. Mabuhai”.

Alla fine, durante l'antifona mariana, due bambini in costume di festa si sono avvicinati con papa all'immagine di Maria e hanno deposto due cestini di fiori.

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
La Festa del Santo Niño, celebrata in mezzo alla pandemia (FOTO)
02/02/2021 14:49
Manila, i 500 anni di cristianesimo, con la ‘croce missionaria’ e il canto ‘Diamo il nostro sì’ (VIDEO)
15/02/2021 14:11
La prima messa di Pasqua a Limasawa nel 1521
10/10/2020 10:11
Con il card. Tagle, entrano in Curia ‘il volto e l’animo’ della Chiesa filippina
09/12/2019 13:08
Speranze e delusioni a 24 anni dalla Rivoluzione dei rosari
24/02/2010


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”