25/05/2018, 09.01
INDIA
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Il card. Gracias: società polarizzata, la gente avverte la minaccia

Il presidente dei vescovi indiani incontra Rajnath Singh dopo le polemiche suscitate dalla lettera pastorale dell’arcivescovo di Delhi. Il prelato criticato perché invita alla preghiera e al digiuno in vista delle elezioni del 2019. Il più grande movimento di laici cattolici si unisce all’iniziativa di mons. Couto e chiede a tutti di vescovi a seguire il suo esempio.

New Delhi (AsiaNews/Agenzie) – Il card. Oswald Gracias, presidente della Conferenza episcopale indiana (Cbci), ha incontrato ieri il ministro dell’Interno Rajnath Singh e ha parlato delle crescenti preoccupazioni della comunità cristiana in India. Il porporato ha riferito al rappresentante del governo di Delhi che la minoranza religiosa è sempre più agitata “perché il governo non fa abbastanza” per proteggerla. Ad AsiaNews conferma: "La società è più polarizzata di prima e la gente avverte l'esistenza della minaccia".

Il colloquio è stato definito dal ministero una “visita di cortesia”. Esso giunge in un momento critico per il Paese, proiettato verso le elezioni generali del 2019. Uno dei motivi che hanno spinto il card. Gracias al colloquio sono le polemiche suscitate dall’iniziativa lanciata da mons. Anil JT Couto, arcivescovo di Delhi, che ha invitato i cattolici della sua diocesi a pregare e digiunare in vista delle votazioni. Con una lettera pastorale datata 8 maggio, l’arcivescovo denuncia che nel Paese si assiste ad “un turbolento clima politico che pone una minaccia ai principi democratici racchiusi nella nostra Costituzione e al tessuto laico della nostra nazione.”

La sua presa di posizione ha provocato irritazione da parte del partito nazionalista indù Bjp (Bharatiya Janata Party), che guida il governo dell’Unione e le assemblee legislative in 21 Stati su un totale di 29. Il partito ha definito la circolare di mons. Couto “politicamente motivata” e lo ha invitato ad “astenersi dall’istigare le caste e le comunità”.

Da parte sua, pochi giorni fa il ministro Singh ha affermato davanti ai giornalisti che in India non esiste l’intolleranza e che tutte le minoranze sono al sicuro. Tuttavia le preoccupazioni del card. Gracias sembrano essere confermate dall’ultimo episodio di dissacrazione di un simbolo religioso cristiano avvenuto due giorni fa nello Stato di Goa.

Intanto ieri la All India Catholic Union (Aicu), la più grande organizzazione di cattolici laici dell’India, ha espresso solidarietà all’iniziativa dell’arcivescovo di Delhi e elogiato “il suo coraggio, integrità e forza spirituale nel richiamare l’attenzione di fronte a questa marea crescente di violenza diretta contro i dalit e le minoranze religiose”. In una nota il movimento sostiene di essere “profondamente preoccupato per il fallimento del governo nel condannare e contenere le minacce alla libertà di culto, sostentamento ed espressione. La nostra amata terra è devastata dalla violenza di casta. I dalit sono picchiati a morte in diversi Stati del Paese. Dalit e musulmani vengono linciati dall’Assam al Rajasthan per il solo sospetto di aver mangiato carne di vacca o trasportato mandrie”.

I cattolici riportano che lo stesso governo di Delhi ha ammesso che nel 2017 sono morte 111 persone in 822 episodi di violenza settaria. Il gruppo sottolinea che “non si può ignorare la sofferenza dei poveri” e chiede “ad ogni vescovo in India di lanciare appelli simili alla preghiera per il Paese”. “Speriamo – concludono i cattolici – che i capi religiosi di tutte le comunità si uniscano a queste preghiere”.

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