08/10/2024, 15.40
INDIA
Invia ad un amico

Il Bjp sconfitto in Kashmir, ma si riconferma nell'Haryana

Nel territorio a maggioranza musulmana conteso con il Pakistan tornato al voto dopo dieci anni (e il colpo di mano con cui Modi ha cancellato la parziale autonomia garantita dalla Costituzione) ha vinto la National Conference di Omar Abdullah. Ma il partito del premier, ribaltando i pronostici, si afferma per la terza volta consecutiva nello Stato settentrionale che circonda Delhi battendo ancora il Congress.

Delhi (AsiaNews) - Il Bjp - il partito nazionalista indù - vince per la terza volta consecutiva le elezioni nello Stato dell’Haryana, ma esce sconfitto nel delicatissimo voto del Jammu & Kashmir, tornato alle urne per la prima volta dopo il colpo di mano con cui il premier indiano Narendra Modi nel 2019 ha cancellato la parziale autonomia di cui godeva la regione storicamente contesa con il Pakistan per la sua forte presenza musulmana.  Si è concluso, dunque, con un sostanziale pareggio il primo turno di elezioni locali dopo il voto parlamentare di giugno, che aveva visto la conferma del premier Modi per un terzo mandato ma con un ridimensionamento dei seggi del Bjp, che ora per governare a livello federale in India ha bisogno del sostegno di alcuni partiti alleati.

Pur essendo la forza alla guida dell’amministrazione uscente la vittoria del Bjp nell’Haryana non era data per scontata alla vigilia: gli exit-poll diffusi alla chiusura dei seggi avevano assegnato la vittoria al Congress Party, la principale forza di opposizione. Invece sarà ancora Nayab Singh Saini a guidare il governo di questo Stato settentrionale che comprende la regione intorno alla capitale New Delhi ed è abitato da 28 milioni di persone. Celebrando la sua vittoria Saini ha voluto subito attribuirne il merito a Modi: “Stiamo andando avanti sotto la sua guida. Mi ha parlato e mi ha dato la sua benedizione. Avevo fiducia che anche i poveri, gli agricoltori e i giovani dell'Haryana mi avrebbero benedetto”.

Nel Jammu & Kashmir, al contrario - nonostante le modifiche introdotte nella distribuzione dei seggi per dare maggiore peso rispetto al passato al Jammu, la parte dove gli indù sono maggioranza - a vincere è stata l’opposizione guidata dalla National Conference, un partito locale alleato con il Congress. Il suo leader Omar Abdullah - che aveva guidato il governo locale dal 2009 fino al 2015 - tornerà a essere il chief minister, dopo che dal 2018 questo territorio è stato amministrato direttamente da Delhi. “Negli ultimi cinque anni - ha commentato Abdullah - hanno tentato di distruggerci. Alla fine hanno perso loro”. Va però aggiunto che in seguito all’abrogazione dell’articolo 370 che garantiva una parziale autonomia al Kashmir, il nuovo governo locale avrà comunque poteri limitati su una serie di questioni, come l’istruzione e l’imposizione fiscale. La coalizione tra la National Conference e il Congress in campagna elettorale si è schierata apertamente per il ritorno alle prerogative garantite dall'autonomia; è facile dunque prevedere un confronto aspro con il governo federale di Delhi.  

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Jammu-Kashmir, ignoto al governo il mandante dell’ordine di espulsione a p. Jim Borst
23/07/2010
Maldive, Usa, Cina: le prime tappe internazionali del secondo mandato di Modi
29/05/2019 13:29
I cristiani dopo la sentenza sul Kashmir: 'Ora si promuova sviluppo per tutti'
12/12/2023 10:39
Kashmir, Modi riapre al dialogo con i leader locali
23/06/2021 12:12
'Kashmir files': il film che riaccende il conflitto tra musulmani e indù
18/03/2022 11:43


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”