Il ‘nuovo’ corso kazako ricomincia da Mosca
Appena rieletto alla presidenza, il leader di Astana incontra Putin in Russia. Sottolineati gli storici rapporti economici tra le due parti. Il Kazakistan cerca un equilibrio tra il Cremlino e la Cina. Con il coinvolgimento anche della Ue, l’ex repubblica sovietica punta a confermarsi come ponte tra Oriente e Occidente.
Mosca (AsiaNews) – Il presidente del Kazakistan Kasym-Žomart Tokaev, appena rieletto dopo un anno di tensioni sociali e cambiamenti costituzionali, ha effettuato la sua prima visita ufficiale del nuovo mandato. Non ha aspettato neanche 10 giorni per andare dall’eterno “fratello maggiore” moscovita, incontrando Vladimir Putin al Cremlino e partecipando online insieme a lui al XVII Forum della collaborazione interregionale, un appuntamento di sovietica memoria che si è tenuto a Orenburg, nella Russia meridionale.
Putin ha ringraziato il suo omologo kazako per aver scelto la Russia come sua prima meta internazionale, in un certo senso un tributo obbligato al passato coloniale. Tokaev lo aveva pubblicamente criticato quest’estate per l’occupazione illegittima della Crimea e del Donbass.
Il presidente russo non ha mancato di rammentare che Mosca rimane il principale investitore nell’economia del Kazakistan, per circa 17 miliardi di dollari. I due Paesi collaborano in 30 progetti di ampio respiro, in tutti i settori dell’economia, e 76 dei quasi 100 soggetti federali russi intrattengono relazioni con i partner kazaki.
Tokaev ha promesso di garantire la sicurezza degli investimenti russi in Kazakistan, che aumentano di anno in anno, specialmente in questa fase di sanzioni occidentali. Sostegno anche alle iniziative in direzione contraria, visto che gli investimenti kazaki in Russia quest’anno hanno già superato il mezzo miliardo di dollari, a fronte dei due miliardi russi. Il presidente kazaco ha insistito soprattutto sulla modernizzazione delle catene logistiche, per “la formazione di infrastrutture avanzate ed efficaci”.
La proposta riguarda la costituzione di “hub commerciali per tutto il territorio eurasiatico”, sfruttando le zone più contigue della Russia con il Kazakistan occidentale, che Mosca da tempo considera “regioni originariamente russe”. A questi snodi dovranno corrispondere altrettante strutture ai confini orientali con Uzbekistan, Kirghizistan e Cina, e l’accesso occidentale sarà garantito dai porti sul mar Caspio di Aktau e Kuryk, dove possono essere più facilmente coinvolte anche la Turchia e l’Europa.
In questo modo il Kazakistan rilancia la sua vocazione di “ponte d’Eurasia” aperto a tutte le direttive geopolitiche e commerciali, la politica del trentennio di Nazarbaev che di fatto viene proseguita senza esitazioni dal suo delfino e successore, anche con la nuova aureola di “riformatore” costruita ad arte lungo il difficile 2022. I corridoi logistici che confermano questa dimensione sono stati certamente modificati in seguito alla guerra russa in Ucraina e alla politica delle sanzioni, intensificando soprattutto le relazioni con Pechino, ma si cercano modalità nuove per non interrompere quelle storiche con Mosca.
Incontrando il primo ministro russo Mikhail Mišustin, Tokaev ha quindi affermato di essere disponibile a valutare un accordo trilaterale Russia-Kazakistan-Uzbekistan, a cui aveva accennato lo stesso Putin. Questa potrebbe essere una delle soluzioni per ristabilire l’equilibrio tra la Russia e la Cina nelle relazioni con il Kazakistan, che di fatto oggi sono quasi alla pari; gli esperti si attendono che la seconda visita internazionale di Tokaev sia diretta a Pechino, e non certo a Parigi, anche se la Cina è molto più prudente e lenta nella preparazione degli incontri internazionali.
L’Unione europea non rimane comunque a guardare, essendo molto interessata a inserirsi nei mercati dell’Asia centrale, e negli ultimi mesi vi è stata un’ininterrotta processione di politici europei ad Astana, dove si è recato perfino papa Francesco, anche se non certo per trattative commerciali, con la Francia che appare il partner preferito dei kazaki tra gli occidentali. Non mancano del resto piani di sviluppo logistico che aggirano il territorio della Russia, appoggiandosi a Baku e Ankara. Le tradizioni secolari vengono rispettate, ma le nuove divisioni del mondo avanzano a Oriente e a Occidente, passando per il Kazakistan.
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