25/03/2022, 10.32
OMAN
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I cattolici dell’Oman festeggiano la prima ordinazione sacerdotale

Il vicario apostolico mons. Hinder ordinerà p. Dickson Eugene, della provincia salesiana di Bangalore e cresciuto in Oman. Nel fine settimana previste anche due cresime in due diverse parrocchie della capitale e l’incontro di tutti i sacerdoti del sultanato. La nazione è a larghissima maggioranza musulmana, ma vi è libertà di culto. Il ruolo di Mascate nella liberazione di p. Tom.

Mascate (AsiaNews) - Giornate di festa per i cattolici del Sultanato dell’Oman, una comunità composta da circa 60mila fedeli pari al 2% del totale di una popolazione a larga maggioranza musulmana, parte del Vicariato apostolico dell’Arabia meridionale. Oggi alle 15 (ora della capitale) il vicario mons. Paul Hinder celebra infatti la prima ordinazione sacerdotale nella storia della Chiesa locale: si tratta di p. Dickson Eugene, che riceverà il sacramento nella parrocchia dei santissimi Pietro e Paolo nel corso di una funzione trasmessa in diretta sui social (clicca qui per il video) per permettere la partecipazione dell’intera comunità. 

P. Eugene appartiene alla provincia salesiana di Bangalore, in India, ma è cresciuto in Oman dove ha trascorso gran parte della propria vita. 

Le giornate di festa, celebrazioni e incontri per la Chiesa locale proseguono per tutto il fine settimana. Domani, il vicario apostolico celebrerà le cresime in due momenti diversi: al mattino nella chiesa di Ruwi e, nel pomeriggio, nella parrocchia di Ghala, entrambe comprese nel territorio della capitale Mascate. Il 27 marzo, infine, è in programma l’incontro fra mons. Hinder e tutti i sacerdoti che lavorano in Oman per fare il punto sulla realtà cattolica locale e le sfide future della missione nel Paese. 

La chiesa cattolica del Sultanato è formata in larghissima maggioranza da lavoratori immigrati, soprattutto dall’Asia del sud e del sud-est. Essa è parte del vicariato meridionale, che comprende anche Yemen ed Emirati Arabi Uniti (Eau), la cui sede principale è ad Abu Dhabi. Al momento il territorio è suddiviso in cinque parrocchie: la chiesa di Sant’Antonio da Padova a Sohar; la chiesa dei santissimi apostoli Pietro e Paolo a Ruwi; la chiesa dello Spirito Santo a Ghala; la chiesa di san Francesco Saverio a Salalah; la chiesa di Mar Thoma. 

I cristiani sono una piccola minoranza in un contesto fortemente islamico, ma le autorità tollerano la libertà del culto e vi è in generale rispetto per la libertà religiosa. I fedeli possono riunirsi per il culto, gestire scuole, eventi e celebrazioni. In passato il sultano ha donato terreni e contributo all’edificazione di chiese e luoghi di preghiera, regalando pure un organo alla chiesa di Mascate.

Il contributo dei vertici locali si è rivelato fondamentale in passato per ottenere la liberazione di p. Tom Uzhunnalil, il salesiano indiano rapito in Yemen nel marzo 2016 da un commando jihadista ad Aden, che aveva ucciso anche quattro suore e altre 12 persone, fra cui ospiti del centro per anziani. Per la sua liberazione è stato decisivo il ruolo da mediatore svolto dell’Oman, che ha ricevuto nei giorni successivi al rilascio il plauso e il ringraziamento della Santa Sede. 

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