I cardinali Bo e Tagle incontrano i profughi Rohingya nei campi di Cox’s Bazar (Foto)
Nella terra di confine tra Myanmar e Bangladesh sono accampati almeno un milione di rifugiati. Le loro condizioni di vita sono ormai insostenibili. L’arcivescovo di Yangon al popolo e al governo bangladeshi: “Ammiro la vostra compassione, siete parte del pellegrinaggio di pace”.
Dhaka (AsiaNews) – Osservare da vicino i progressi e gli sviluppi della crisi umanitaria Rohingya: è lo scopo del viaggio che ha portato i cardinali Charles Maung Bo (Myanmar) e Luis Antonio Gokim Tagle (Filippine) in Bangladesh. Durante la visita – iniziata lo scorso 28 luglio e conclusasi ieri –, i due presuli hanno incontrato alcuni profughi, alti funzionari del governo di Dhaka, organizzazioni per lo sviluppo umano e leader della Chiesa locale.
A partire dall’agosto 2017, più di 730mila profughi hanno trovato rifugio in Bangladesh in seguito alle campagne militari del Tatmadaw (l’esercito birmano) nello Stato di Rakhine – Myanmar occidentale. Nei vari campi nel distretto di Cox’s Bazar, terra di confine tra i due Paesi, sono però accampati almeno un milione di profughi, fuggiti in diverse ondate di violenze settarie. Nel novembre 2017 Dhaka e Naypyidaw si sono accordate per il graduale “rimpatrio volontario, sicuro e dignitoso” di parte degli sfollati in Myanmar, ma i ritardi burocratici ed i timori dei Rohingya frenano il processo. Nei campi di Cox’s Bazar, le condizioni di vita dei rifugiati sono ormai insostenibili.
James Gomes, direttore regionale di Caritas Chattogram, racconta ad AsiaNews che il card. Bo – arcivescovo di Yangon e presidente della Federazione delle Conferenze Episcopali dell’Asia (Fabc) – insieme al card. Tagle – arcivescovo di Manila e a capo di Caritas Internationalis (Ci) – hanno voluto valutare sul campo le ultime evoluzioni. Il 29 luglio, la delegazione si è persino recata presso il campo profughi di Kutupalong, uno dei più affollati di Cox’s Bazar. “Qui – dichiara Gomes – i due cardinali hanno osservato in prima persona le attività della Caritas e di altre organizzazioni umanitarie. Il card. Bo ha parlato con circa 20 rifugiati. Ha chiesto loro se vogliono tornare in Myanmar. I Rohingya hanno risposto sì. I due erano soddisfatti del lavoro svolto dalle diverse Ong”.
Ad accompagnare il card. Bo ed il card. Tagle a Kutupalong vi era mons. Gervas Rozario, vescovo di Rajshahi e presidente di Caritas Bangladesh, che dichiara: “I profughi hanno avuto un fruttuoso incontro con la Commissione bangladeshi per il soccorso ed il rimpatrio dei rifugiati (Rrrc). A questo ne è seguito uno altrettanto proficuo con i cardinali, in qualità di presidenti della Fabc e di Ci”. Muhammad Abul Kalam, a capo dell’Rrrc, li ha ringraziati per la visita e per l’impegno umanitario della Chiesa cattolica.
Ieri sera, nell’ultimo giorno di viaggio, il card. Bo ha celebrato una messa presso la chiesa di Tejgaon a Dhaka, la più grande di tutto il Paese. Alla funzione hanno preso parte oltre mille fedeli. Durante l’omelia, l’arcivescovo di Yangon ha espresso “ammirazione per come il popolo ed il governo del Bangladesh hanno saputo mostrare compassione accogliendo i rifugiati”. “Vi ammiro – ha aggiunto il presule –. Avete preso parte al pellegrinaggio di pace. Chiedo a tutta la Chiesa d’Asia di farsi profeta di pace”.
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