Hyderabad: licenziati centinaia di netturbini cristiani e indù
Si tratta di operatori mandati a casa a novembre senza alcun avviso di notifica. Il sindacalista Imran Bhatti: "Continueremo le nostre proteste, il governo è l'unico responsabile di qualsiasi disgrazia nei confronti di queste povere famiglie"
Hyderabad (AsiaNews) - Centinaia di netturbini cristiani e indù hanno protestato chiedendo al governo locale di essere riammessi a lavoro nella locale Municipal Corporation dopo essere stati licenziati a novembre dello scorso anno. Il loro stipendio non viene pagato dalla vigilia di Natale e ora con l’avvicinarsi della Pasqua la loro situazione non è cambiata, hanno spiegato alcuni di loro. Molti sono inoltre costretti a chiedere prestiti anche a tassi di interesse molto elevati per pagare l’affitto e mantenere la famiglia.
Il salario pagato dal governo era pari a 25mila rupie (85 euro) per ciascun operatore, ma ne sono state pagate loro solo 18mila (60 euro), mentre il resto dell'importo è stato detratto per le ferie oppure i funzionari hanno deliberatamente dato loro uno stipendio inferiore senza motivo. I lavoratori sono stati licenziati senza notifica preventiva dopo aver lavorato nella struttura per almeno 17 anni.
La maggior parte di loro appartiene alla comunità cristiana. Negli ultimi mesi sono stati costretti a fare lavoretti alla giornata, ma alcuni riescono a malapena a comprare pane e burro.
Imran Bhatti, capo del sindacato e attivista sociale, interpellato da AsiaNews ha detto: "Molte coppie lavoravano entrambi come netturbini e ora le autorità le hanno licenziate. Si può facilmente immaginare la situazione economica di queste famiglie. Come possono pagare l'affitto, le bollette e la retta scolastica dei loro figli?". Il sindacato aveva fatto sentire la propria voce sul fatto che gli 'spazzini' non erano dotati di strumenti adeguati durante il lavoro e ora questi lavoratori non hanno nulla per nutrire i loro figli. Continueremo le nostre proteste, il governo è l'unico responsabile di qualsiasi disgrazia nei confronti di queste povere famiglie", afferma Bhatti.
"Non avevamo nulla da spendere per i nostri figli a Natale e poi la situazione non ha fatto altro che aggravarsi”, ha raccontato ad AsiaNews Arif Masih, uno dei netturbini cristiani. “. La nostra situazione economica non è migliore rispetto a quella delle persone colpite dall'alluvione, cerchiamo aiuto in giro, chiediamo razioni di cibo per i nostri figli, e quando non troviamo sostegno da nessuna parte siamo costretti a chiedere prestiti agli intermediari. Sto mandando a scuola i miei figli affinché possano condurre una vita migliore della nostra, ma da dicembre non riusciamo a pagare la retta scolastica. Quale sarà il futuro dei nostri figli se non riceveranno un'istruzione adeguata. Il governo dovrebbe comprendere le nostre sofferenze e ridarci i nostri posti di lavoro".
04/01/2022 12:55
20/06/2020 12:46