18/07/2015, 00.00
PAKISTAN
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Hyderabad, per la fine del Ramadan il vescovo incontra i “fratelli e sorelle” musulmani

di Shafique Khokhar
Mons. Samson Shukardin ha accolto leader religiosi e personalità politiche della città alla vigilia della festa di Eid al Fitr. Durante l’incontro letti i messaggi di papa Francesco e del card Tauran per il mondo islamico. L’obiettivo è contrastare la violenza confessionale e rafforzare legami di amicizia e collaborazione fra esponenti di fedi diverse.

Hyderabad (AsiaNews) - In occasione delle celebrazioni per la fine del Ramadan, il mese sacro di digiuno e preghiera islamico, il vescovo di Hyderabad ha aperto le porte della propria casa “ai nostri fratelli e sorelle musulmani” per un momento di festa comune. Mons. Samson Shukardin, nominato di recente nella diocesi del Sindh, provincia a sud del Pakistan, ha voluto promuovere in occasione dell’Eid al Fitr un momento di incontro e dialogo interreligioso in una nazione spesso teatro di violenze confessionali.

L’incontro si è tenuto il 14 luglio scorso, giorno 27 del ramadan, meglio conosciuto come la “Notte del destino” in cui Dio ha rivelato i primi versi del Corano al profeta Maometto. Voluto con forza dal neo-vescovo, esso ha visto la partecipazione di funzionari, leader religiosi, amici e personalità di primo piano di entrambe le fedi. Al termine del digiuno giornaliero si è tenuta una preghiera comune, cui è seguito un momento conviviale.

Accogliendo i presenti, mons. Shukardin ha letto il messaggio pubblicato dal card Jean Louis Tauran, presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso in occasione del Ramadan: “Cristiani e musulmani: insieme per contrastare la violenza perpetrata in nome della religione”. Il documento è stato letto in inglese, poi riassunto in urdu perché tutti potessero comprenderlo. Al termine della lettura, i partecipanti hanno applaudito mostrando di apprezzare le parole del cardinale, intavolando poi una discussione sui temi e i passaggi più importanti del testo. 

Fra gli obiettivi comuni, il desiderio di rafforzare i legami fra musulmani e cristiani e la condanna netta e senza distinguo delle violenze commesse in nome della religione nel mondo, perché “i terroristi non hanno fede” alcuna. Per prevenire gli abusi, aggiungono, serve unità, tolleranza e capacità di accettare l’altro.

I leader musulmani e le personalità politiche presenti hanno accolto con favore anche gli auguri di papa Francesco al mondo islamico per la festa di Eid al Fitr, sottolineando al contempo come questo sia stato “il primo incontro interreligioso” a Hyderabad in occasione del Ramadan. Da qui, aggiungono, bisogna partire per “rafforzare la cooperazione futura”. Per il vescovo Shukardin questo è “un raggio di speranza” perché in futuro si possano costruire rapporti di “armonia e amore” fra esponenti di fedi diverse e “promuovere la pace” fra le comunità.

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