Hong Kong: quarantene 'speciali' segnalano possibile visita di Xi Jinping
Il presidente cinese dovrebbe arrivare per le celebrazioni del primo luglio: i 25 anni dal ritorno della città sotto sovranità della Cina e l’entrata in carica del nuovo capo dell’esecutivo cittadino. Le autorità locali vogliono creare una “bolla di sicurezza” contro il Covid-19. In diverse parti del mondo si sono ricordati i moti democratici di tre anni fa.
Hong Kong (AsiaNews) – Preparativi per quarantene “speciali” segnalano che il presidente cinese Xi Jinping potrebbe arrivare in città tra il 30 giugno e il primo luglio, in concomitanza con i 25 anni dal ritorno di Hong Kong sotto sovranità cinese dopo la parentesi coloniale britannica, e l’entrata in carica del nuovo capo dell’esecutivo cittadino John Lee.
L’indizio più importante lo ha fornito l’Afp, secondo cui i dirigenti della Wong Cho Bao School hanno chiesto ai genitori degli alunni di permettere ai propri figli di onorare l’arrivo di dignitari governativi all’aeroporto il 30 giugno, e la loro partenza il giorno successivo. Come confermato dal preside della scuola elementare, chi vuole partecipare ai due saluti dovrà fare una settimana di quarantena in una località designata a partire dal 23 giugno, lontano dai propri familiari e alla presenza di un insegnante.
Media locali sottolineano che le autorità cittadine sono impegnate a creare una “bolla si sicurezza” per permettere a Xi o ad altri leader cinesi di muoversi senza rischiare il contagio da Covid-19. Tra critiche e diverse proteste popolari, in Cina è in vigore una draconiana politica di contenimento della pandemia; anche a Hong Kong i protocolli sanitari sono rigidi, ma molto meno che nella Cina continentale.
Il South China Morning Post ha riportato che l’isolamento preventivo riguarderà circa 1.000 persone, inclusi Lee e il capo uscente del governo locale Carrie Lam. Per i leader di Pechino, assistere al cambio di guardia alla guida di Hong Kong è una prassi consolidata dal 1997. Xi non esce però dalla Cina dallo scoppio ufficiale della pandemia a inizio 2020.
Analisti osservano che il presidente potrebbe sfruttare l’occasione per raccogliere i frutti politici e d’immagine della svolta impressa a Hong Kong con l’imposizione, due anni fa, della legge sulla sicurezza nazionale. Per attivisti umanitari e Paesi occidentali, il provvedimento è stato adottato per silenziare l’opposizione democratica e svuotare nei fatti il principio “un Paese, due sistemi”. Concordato con la Gran Bretagna per il passaggio di sovranità, esso dovrebbe essere il fondamento dell’autonomia di Hong Kong rispetto al modello politico-economico della Cina comunista fino al 2047.
Dalle manifestazioni pro-democrazia del 2019, nelle prigioni di Hong Kong languono più di 1.000 detenuti politici. Il 12 giugno in diverse parti del mondo, soprattutto a Londra e Taipei, migliaia di cittadini di Hong Kong in esilio e loro sostenitori hanno manifestato in ricordo delle proteste di tre anni fa contro il progetto di legge sull’estradizione.
12/08/2020 11:06
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