Hanoi, avvocato cattolico in prigione: “fede salda” nell’avvenire del popolo vietnamita
Hanoi (AsiaNews) - Nei prossimi giorni è in programma il processo di appello a carico dell'attivista e avvocato cattolico Le Quoc Quan, condannato in primo grado a 30 mesi di prigione con l'accusa (pretestuosa) di frode fiscale. In realtà, dietro l'incriminazione e la sentenza vi è proprio il lavoro del legale a difesa dei diritti umani e della democrazia in Vietnam, tanto nelle aule di giustizia quanto su internet. In cella può leggere solo due giornali, l'organo ufficiale del Partito comunista - Nhân Dân - e il giornale che fa capo alla pubblica sicurezza, An Ninh. Vietata la presenza di altri quotidiani, riviste e libri, compresa la Bibbia per la quale ha chiesto (invano) una deroga.
Il sito di informazione e di opinione della diaspora vietnamita Vietnam infos ha pubblicato una lettera-appello scritta dall'avvocato cattolico in prigione agli amici e ai familiari in occasione del Capodanno lunare. Egli racconta i sentimenti e le speranze che lo accompagnano al processo di appello, non dimentica di ringraziare "amici e cattolici" che lo hanno sostenuto e lancia una nuova richiesta di aiuto in vista del secondo grado di giudizio. Infine, descrive "ogni giorno in prigione" come una "giornata di sofferenza per me e la famiglia".
Ecco, di seguito, il messaggio del dissidente cattolico:
Ai miei cari compatrioti, in Vietnam e nel mondo,
dalla mia cella in prigione, sono felice di sapere che siete in moltissimi a preoccuparvi della mia sorte e a sostenermi con forza.
In particolare, le moltissime persone fra amici e cattolici che sono venuti ad assistere al processo di primo grado, tenuto il 2 ottobre 2013.
Tutto questo mi è di estremo conforto nella fede e nei miei ideali.
La condanna a 30 mesi di prigione è tanto ingiusta quanto contraria alla legge e al diritto.
Sono ricorso in appello alla Corte suprema e ho accusato il giudice di aver infranto l'articolo 295 del Codice penale [vietnamita], perché ha pronunciato una sentenza illegale. Ogni giorno in prigione è una giornata di sofferenza per me e per la mia famiglia, ma ciò che più conta, essa rappresenta un giorno in più in cui la legge vietnamita viene violata.
In ogni momento, in ogni luogo, lotto secondo la mia idea di morale e di sapere e sono felice di cogliere alcuni piccoli miglioramenti, sebbene siano ancora sin troppo modesti.
In vista del processo ormai prossimo in appello, spero di poter contare ancora sul vostro sostegno cari compatrioti e che possa verificarsi un evento inaspettato. Il sostegno esterno potrà avere un effetto concreto per la vittoria della libertà e della giustizia anche nell'aula di tribunale.
Nella mia prigione, io mi sento in pace e mantengo una fede salda nell'avvenire del nostro popolo. Penso a voi tutti e prego perché tutti possano vivere nella tranquillità e nel progresso. E presento le mie scuse più sincere a quanti sono tristi o soffrono per il mio comportamento, per i miei ideali, le mie parole, le mie azioni; e perdono al contempo quanti, chiunque essi siano, che hanno commesso errori, mi hanno causato sofferenze nel mio spirito e fra i membri della mia famiglia. In questo momento, mi sento colmo di fede nella bontà, nella carità, nella compassione per l'uomo - e, al tempo stesso, carico di una grande energia necessaria per lottare senza sosta contro la crudeltà e il male, per lo sviluppo delle coscienze e del cuore.
Il bene crescerà e il male diminuirà. La democrazia fiorirà, la dittatura svanirà. L'eroico popolo vietnamita meriterà infine di vivere nell'abbondanza e nel benessere. Il popolo stesso saprà come raggiungere i propri obiettivi e concretizzarli. Nessuno ha il diritto, né la possibilità di farlo al posto suo.
Viva il Vietnam!
10/02/2014
19/12/2013