Gerusalemme, ira di Israele contro la risoluzione Unesco sui luoghi santi
L’approvazione di due bozze di risoluzione sulla “Palestina occupata” hanno fatto infuriare le autorità israeliane. Per il premier Netanyahu si nega “il legame storico fra il popolo ebraico e il monte del Tempio”. Esultano i palestinesi. Il voto per l’approvazione finale in programma il 18 ottobre. Direttore generale Unesco: Gerusalemme “indivisibile” e ciascuna comunità merita un “esplicito riconoscimento”.
Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) - Sui luoghi santi di Gerusalemme si apre un nuovo fronte di scontro fra le autorità israeliane e l’Unesco, l'organismo Onu per l’educazione, la scienza e la cultura. Ieri il premier Benjamin Netanyahu ha criticato con forza due bozze di risoluzione sottoposte e approvate in prima lettura sulla “Palestina occupata”, sottolineando che l’agenzia “ha perduto anche quella poca legittimità che le era rimasta”.
La commissione ha adottato ieri i documenti, presentati di recente da sette nazioni arabe, con 24 voti favorevoli, sei contrari, 26 astenuti e due assenti. Per l’approvazione definitiva serve però il via libera finale del Consiglio esecutivo; la votazione è in programma il 18 ottobre prossimo.
Le risoluzioni intendono “salvaguardare il patrimonio culturale palestinese e il carattere distintivo di Gerusalemme est”, la parte palestinese della città occupata e annessa da Israele nel 1967.
Questi termini, uniti alla definizione di Israele come “forza occupante”, sono gli stessi di un documento adottato nell’aprile scorso e che aveva già sollevato le critiche di Israele, perché negava “il legame storico fra il popolo ebraico e il monte del Tempio”.
Per definire il luogo è stato utilizzato il nome arabo, ovvero la Spianata delle Moschee. Al suo interno viene inoltre elencata una “lunga lista” di “violazioni” commesse da Israele nell’area in cui sorge la moschea di al-Aqsa, il terzo luogo sacro dell’islam dopo la Mecca e Medina. Il testo denuncia infine le “persistenti opere di scavo” promosse da Israele a Gerusalemme est, in particolare nella Città Vecchia, e il mancato “libero accesso” alla moschea.
“Negare il legame fra il monte del Tempio e il Kotel [il muro occidentale, detto "del Pianto"] - ha affermato Netanyahu - equivale a dire che i cinesi non hanno un legame con la Grande Muraglia o gli egiziani con le piramidi”. Critiche giungono anche dal presidente del Parlamento israeliano Yuli Edelstein, secondo cui “se gli ebrei non sono legati ai luoghi santi, l’Unesco e l’Onu non hanno alcun legame con la storia e con la realtà”.
Fonti diplomatiche spiegano che nella bozza di risoluzione approvata ieri si afferma “l’importanza della Città Vecchia di Gerusalemme e delle sue mura per tutte e tre le grandi religioni monoteiste”. Intanto in Palestina si festeggia per l’adozione in commissione dei testi, che riflettono “l’impegno della maggioranza degli Stati membri ai principi dell’Unesco”.
In una nota diffusa nelle scorse settimane il direttore generale dell'Unesco Irina Bokova ha sottolineato che il patrimonio storico e culturale di Gerusalemme “è indivisibile” e che ciascuna delle comunità presenti “ha il diritto all’esplicito riconoscimento della propria storia e legame con la città”.