Gaza, ‘incertezza’ sull’accordo per il cessate il fuoco fra Israele e Hamas
Fonti israeliane parlano di un accordo in sei punti. Hamas nega vi sia un patto con Israele. Riapre il valico di Kerem Shalom e si amplia l’area di pesca. Le condizioni di vita restano drammatiche. Difficoltà ad uscire per ricevere cure. Il caso del piccolo Louay, tre anni, malato di tumore.
Gerusalemme (AsiaNews) – Incertezza e un “dubbioso ottimismo”: così si vive a Gaza il nuovo cessate il fuoco fra Israele e Hamas, dopo settimane di tensioni. Lo dice ad AsiaNews il dottor Jamal Dakdouki, direttore del The Galilee Society e membro dell’equipe di medici di Physicians for Human Rights – Israel, che visita Striscia per fornire assistenza psicologica.
L’accordo sarebbe stato raggiunto con la mediazione dell’Onu e dell’Egitto, al Cairo. Fonti israeliane non ufficiali parlano di un’intesa in sei punti, da realizzarsi in modo graduale se la pace sarà mantenuta: un ampio cessate il fuoco; la riapertura del valico commerciale e l’estensione dell’area di pesca concessa ai palestinesi; assistenza medica e umanitaria; una soluzione per i soldati rapiti, i civili scomparsi e i prigionieri; la ricostruzione delle infrastrutture della Striscia con fondi stranieri; nuovo dialogo su porti marittimi e aerei.
Da parte sua, Hamas nega vi sia un simile accordo, affermando che gli incontri al Cairo riguardavano solo questioni interne palestinesi. Per ora, l’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu non ha preso posizione al riguardo, mentre il ministro della Difesa, Avigdor Lieberman ha negato ogni tipo d’accordo. La scorsa settimana, il gabinetto aveva approvato l'iniziativa di dialogo. Intanto, da due giorni nella Striscia è in vigore il cessate il fuoco, il valico di Kerem Shalom è stato riaperto e l’area di pesca ampliata.
“C’è ancora tanta incertezza – commenta Dakdouki – e poca fiducia, vista la lunga storia del conflitto. Per ora non si conoscono i particolari di questo ‘accordo’, per cui c’è un dubbioso ottimismo. La tregua potrebbe saltare in ogni momento, bisogna aspettare…”
Le condizioni di vita dei palestinesi rimangono drammatiche, in special modo per i pazienti di malattie non curabili nel sistema sanitario della Striscia, da mesi in grave crisi. È il caso di Louay Al Khoudari, bambino di tre anni a cui è stato diagnosticato un sarcoma aggressivo ai tessuti molli. Per curarsi, il piccolo deve recarsi all’ospedale An-Najah di Nablus, dove di recente è stato accompagnato da un’estranea: la madre non è potuta andare con lui poiché imparentata con un membro di Hamas. Dopo la denuncia del fatto, riportato dal quotidiano israeliano Haaretz, le autorità israeliane hanno dato il permesso alla donna di uscire da Gaza. Louay e sua madre non sono gli unici ad aver necessità di uscire. Lo scorso mese sette donne in stadio avanzato di malattia non hanno potuto lasciare la Striscia per curarsi, perché legate per parentela con membri di Hamas.
15/03/2024 14:22
16/01/2009