Ex vescovo sotterraneo diventa presidente dell’Associazione patriottica per una Chiesa ‘indipendente’
Mons. Giuseppe Han Zhihai è stato riconosciuto dal governo solo lo scorso anno. Al raduno per la sua elezione, esaltati i “principi di indipendenza e autonomia” della Chiesa, considerati “incompatibili” per la dottrina cattolica. Il Fronte unito e l’Associazione patriottica in una campagna per far fallire l’accordo Cina-Vaticano.
Roma (AsiaNews) – Il vescovo della diocesi di Lanzhou, mons. Giuseppe Han Zhihai, è divenuto presidente dell’Associazione patriottica locale. Nel raduno in cui è stato eletto alla carica, si è riaffermato che l’impegno della Chiesa cattolica della provincia continuerà sul cammino “dell’indipendenza”, sconfessando l’accordo firmato fra Cina e Vaticano, con cui si riconosce che il papa di Roma è capo della Chiesa cattolica. Fino all’anno scorso, mons. Han era un vescovo “sotterraneo”, riconosciuto dalla Santa Sede, ma non dal governo. Secondo alcuni suoi fedeli, egli però lavorava da tempo per essere riconosciuto dal governo e dall’Associazione patriottica.
Fonti locali riportano che il 29 e 30 settembre scorsi si è tenuto a Lanzhou l’incontro dei rappresentanti dell’Associazione patriottica, alla presenza di Yan Daming, del dipartimento del Fronte unito. Questi, dopo le congratulazioni per l’elezione di mons. Han Zhihai, ha fatto un discorso in cui ha sottolineato ancora una volta che la Chiesa di Lanzhou “deve aderire ai principi di indipendenza e autonomia”, “amare la patria e (in secondo luogo) amare la Chiesa”, “accettare consapevolmente la guida del Partito comunista cinese”, “svolgere attività religiose secondo la legge”.
Nella sua Lettera ai cattolici cinesi del 2007, Benedetto XVI aveva affermato che i principi dell’Associazione patriottica “sono inconciliabili” con la dottrina cattolica e che il riconoscimento da parte delle autorità civili deve avvenire “a condizione che esso non comporti la negazione di principi irrinunciabili della fede e della comunione ecclesiastica” (n. 7).
Con l’avvento di papa Francesco e il suo Messaggio ai cattolici cinesi, si parla di un “dialogo franco e un ascolto senza pregiudizi” fra “Responsabili delle comunità ecclesiali e le Autorità civili”, ma non si dice niente sull’Associazione patriottica. Diversi vescovi pensano che questo significhi che l’adesione ad essa sia lecita o perlomeno accolta come un condizionamento inevitabile.
Ma secondo diversi osservatori, subito dopo l’accordo firmato lo scorso settembre, l’Associazione patriottica e il Fronte unito hanno lanciato una vera e propria campagna per neutralizzare – e forse far fallire – l’accordo, ribadendo in incontri col clero e coi vescovi la stretta adesione ai “principi dell’indipendenza” della Chiesa in Cina, nonostante l’accordo Sino-vaticano.
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