Ex capo intelligence Israele: coinvolti nell’assassinio di Soleimani
Il generale maggiore Tamir Hayman ha ammesso una partecipazione dello Stato ebraico nella morte del generale iraniano, capo delle forze Qods. Egli ha parlato di uno dei due omicidi “significativi e importanti” nel suo mandato. E ha poi rivendicato le “molteplici operazioni” contro il “principale nemico”: l’Iran.
Gerusalemme (AsiaNews) - Israele, che in passato non ha mai confermato un suo coinvolgimento a dispetto delle voci di stampa, avrebbe giocato un ruolo di primo piano nell’operazione condotta con droni Usa che a inizio gennaio 2020 ha portato all’uccisione in Iraq dell’alto generale iraniano Qasem Soleimani. Lo ha rivelato ieri l’ex capo dell’intelligence militare delle forze di Difesa dello Stato ebraico, Tamir Hayman. Analisti ed esperti confermano che è la prima ammissione aperta da parte di una personalità istituzionale israeliana negli omicidi mirati che, due anni fa, hanno colpito personalità di spicco della Repubblica islamica o a essa legati.
Soleimani, comandante della Forza Qods ucciso in un attacco mirato mentre si trovava nei pressi dell’aeroporto internazionale di Baghdad, era considerato la mente dei gruppi filo-iraniani nella regione. Secondo quanto scrive il quotidiano Haaretz, il generale maggiore Tamir Hayman ha detto all’Israel Intelligence Heritage and Commemoration Centre che l’uccisione di Soleimani è stato uno dei “due omicidi significativi e importanti” eseguiti nel corso del suo mandato.
Il secondo, ha aggiunto l’ex capo dell’intelligence, è stato quello del leader militare della Jihad islamica a Gaza, Bahaa Abu Al-Ata. “L’assassinio di Soleimani - ha proseguito Hayman - è un grande risultato perché, ai miei occhi, il nostro principale nemico sono gli iraniani”. Egli ha poi ricordato le “molteplici operazioni” di Israele (dalla Siria al Libano), per interrompere la diffusione di armi e fondi iraniani in tutta la regione durante il suo mandato, concluso nell’ottobre scorso.
Diversi giorni dopo l’omicidio, la catena Usa NBCNews ha riferito che l’intelligence israeliana avrebbe aiutato gli Stati Uniti ad assassinare Soleimani. Secondo il rapporto, gli informatori dell’aeroporto internazionale di Damasco hanno avvertito la Cia sul momento in cui l’aereo è decollato per Baghdad, mentre Israele ha confermato la nota informativa fornita agli americani.
All’epoca i funerali hanno rappresentato una occasione di omaggio collettivo per il 62enne “martire” Soleimani, considerato la seconda figura più influente del Paese dopo il grande ayatollah Ali Khamenei. Il leader militare era considerato dalla gran parte della popolazione, anche fra quelli che non sostengono i vertici religiosi, una sorta di eroe nazionale.
17/01/2020 08:55
08/09/2017 08:58