Etichette alludono al Giappone: nazionalisti boicottano l'uomo più ricco della Cina
Gli utenti online hanno lanciato una campagna contro i prodotti della Nongfu Spring, considerata troppo poco patriottica. Già nel 2021 l'azienda aveva avuto problemi simili per aver citato in una campagna pubblicitaria le pesche provenienti da Fukushima.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) - I consumatori cinesi hanno deciso di boicottare l’azienda Nongfu Spring - produttrice di bevande analcoliche e di proprietà dell'uomo più ricco della Cina - perché considerata troppo poco patriottica e pro-Giappone. Secondo quanto condiviso dagli utenti online, le etichette di alcune bottiglie d’acqua raffigurerebbero un tempio giapponese. Altri hanno sottolineato la somiglianza di una lettera greca, che appare sulle confezioni di tè al gelsomino, con il Santuario Yasukuni di Tokyo, dove vengono ricordati i caduti di guerra giapponesi. Altri ancora sostengono che il tappo delle bottiglie d’acqua ricordi l’emblema del sole rosso della bandiera giapponese.
Le azioni della società sono scese del 7,7% da quando i nazionalisti hanno lanciato la campagna online dopo la morte, il 25 febbraio, di Zong Qinghou, fondatore del rivale Hangzhou Wahaha Group. Zhong Shanshan, a capo di Nongfu Spring, in passato aveva più volte affermato la superiorità della sua acqua rispetto a quella di Zong Qinghou.
La società è corsa ai ripari l’8 marzo, affermando che le immagini delle bottiglie di tè raffigurano un tempio cinese e che sull’etichetta della bevanda viene spiegato che l’arte giapponese di bere il tè ha in realtà origine in Cina: “Il contenuto non solo è autentico, ma è anche meticolosamente ricercato, con l'intenzione di evidenziare il profondo impatto del tè cinese e della cultura del tè su scala globale, mostrando così un forte senso di orgoglio nazionale e di fiducia”, ha comunicato l’azienda. Zhong Shanshan ha anche dichiarato di aver sempre rispettato Zong Qinghou e la sua attività imprenditoriale, ma i netizen cinesi gli hanno risposto chiedendo chiarimenti su suo figlio, Zhong Shuzi, che ha la cittadinanza americana.
L’ira e lo sdegno dei fedelissimi del Partito comunista cinese sono così continuati anche nei giorni successivi alle dichiarazioni: la settimana scorsa, due sedi di 7-Eleven nella provincia orientale di Jiangsu hanno fatto sapere di aver ritirato tutti i prodotti Nongfu Spring dagli scaffali, affermando che non avrebbero venduto prodotti che “lodano il Giappone”.
Già nel 2021 la Nongfu Spring era stata criticata dagli utenti cinesi per aver nominato in una campagna pubblicitaria le pesche di Fukushima, la prefettura giapponese del disastro nucleare. Nei giorni scorsi la Cina ha chiesto al Giappone di istituire un sistema di compensazione per il potenziale danno economico che può derivare dal rilascio in mare delle acque radioattive della centrale di Fukushima, richiesta che il Giappone ha rifiutato, citando l'Agenzia internazionale per l'energia atomica, che ha concluso che lo scarico dell'acqua in mare è sicuro.
21/05/2024 12:05