16/12/2024, 11.58
FILIPPINE
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Eruzione del Kanlaon: l'aiuto di vescovi e Caritas agli sfollati

di Santosh Digal

Il vulcano nell'isola di Negros, tra i 24 attivi nel Paese lungo la cintura di fuoco del Pacifico, ha provocato l'evacuazione di oltre 84mila persone. La coltre di cenere e gas si è depositata in un raggio di 3 chilometri. Governo e diocesi prestano aiuto agli evacuati. Mons. Alminaza, vescovo di San Carlos e vicepresidente Caritas: "Sostenersi a vicenda. Non siamo buoni custodi della natura". 

Manila (AsiaNews) - L’eruzione del 9 dicembre del monte Kanlaon, la più massiccia degli ultimi anni nelle Filippine, nell’isola centrale di Negros, ha causato lo sfollamento di oltre 84mila persone. Mentre il governo sta lavorando per fornire un rifugio temporaneo agli sfollati, le Caritas della diocesi di San Carlos e delle diocesi vicine si sono mobilitate per fornire aiuti alle comunità sfollate. I momenti di difficoltà servono “per testimoniare la nostra fede, mostrare il nostro amore reciproco e affermare la nostra missione di prenderci veramente cura della nostra casa comune”, ha detto mons. Gerardo Alminaza, vescovo di San Carlos, una delle aree colpite.

Il monte Kanlaon è uno dei 24 vulcani attivi del Paese e ha eruttato oltre 40 volte dal 1866. Si trova all'interno della cintura di fuoco del Pacifico; il fenomeno evidenzia quanto le Filippine siano soggette a questo come ad altri disastri naturali. Da Kanlaon è fuoriuscito un getto mortale di cenere calda, gas e roccia vulcanica frammentata, che si è depositato fino a circa 3 km dal fianco sud-orientale della montagna. I funzionari governativi hanno dichiarato che, sebbene non ci siano state vittime, la nube di cenere ha oscurato la visibilità e creato un potenziale rischio per la salute.

In seguito alle eruzioni, il governo e il settore pubblico stanno cercando di aiutare le persone colpite. Mons. Gerardo Alminaza, che è anche vicepresidente di Caritas Filippine, ha esortato i cattolici e tutti i cittadini a esprimere solidarietà e a fornire aiuti alle persone in difficoltà. “Dobbiamo pregare per le persone e aiutarle”, ha detto aggiungendo che le persone hanno bisogno di accesso all'acqua potabile, a pacchi di cibo e a medicinali. “È un momento difficile per tutti, dobbiamo sostenerci a vicenda”, ha continuato.

L’evento è stata l’occasione per rimarcare anche le responsabilità della negligenza umana verso l’ambiente. “Confessiamo i nostri peccati contro di voi e contro il creato", ha detto il vescovo Alminaza in una dichiarazione. "Non siamo stati buoni custodi della natura. La natura soffre della nostra ingiustizia e indifferenza. Tifoni, inondazioni, eruzioni vulcaniche e altri disastri naturali si stanno verificando in numero e intensità crescenti. Preghiamo e invochiamo la protezione dell’Altissimo". 

Allo stesso tempo, anche mons. Ruperto Cruz Santos, vescovo di Antipolo, ha esortato i fedeli a pregare per le persone colpite dal disastro naturale. Secondo il presidente Ferdinand Marcos Jr. il governo sta continuando a compiere sforzi concertati per mettere al sicuro le persone dalla zona di pericolo, che si trova nel raggio di sei chilometri dal monte Kanlaon. Il Provincial Disaster Risk Reduction and Management Office (PDRRMC) sta fornendo aiuto immediato alle persone e sta monitorando costantemente la situazione.

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